Nonostante da qualche anno a questa parte, soprattutto nel periodo estivo, si verifichino problemi nella gestione e organizzazione dei pronto soccorso dell’ospedale spoke Corigliano-Rossano, anche quest’anno puntualmente i disagi non mancano, ma soprattutto chi ne paga le conseguenze sono gli utenti costretti a sobbarcarsi problematiche di ogni sorta.
Al di la di quelli che possono essere i disagi strutturali che i due ospedali devono sopportare da tempo, in questo ultimo periodo si avvertono e non poco i problemi legati alla carenza di personale soprattutto infermieristico. Il primario del pronto soccorso di Rossano chiude il reparto per varie problematiche, dirottando le urgenze su Corigliano, quest’ultimo vive una situazione logistica e di personale abbastanza precaria. Eppure per quel che riguarda le carenze legate al personale infermieristico, dopo la chiusura dei pronto soccorso degli ospedali di Cariati e Trebisacce, il personale che prestava servizio in quelle strutture, così ci risulta, non è stato spostato nelle due strutture rimaste aperte e si tratta di 18 unità a Cariati e altrettante a Trebisacce, per un totale di 36 infermieri che poteva soddisfare pienamente il fabbisogno del pronto soccorso di Rossano (che attualmente conta 19 infermieri più due coordinatori) e quello di Corigliano con 11 infermieri più quattro unità per il 118. Possibile mai che i coordinatori destinati al personale infermieristico dello Spoke e il Direttore sanitario dell’Asp di Cosenza non riescano a gestire in maniera ottimale le 72 unità attualmente operanti nelle quattro strutture della piana ? “Tutto ciò è strano – è l’amaro commento di un paziente che incontriamo nei pressi del pronto soccorso coriglianese – perché è inutile spogliare di infermieri reparti dello stesso ospedale quando ci sono tante unità disponibili”. Qualcuno ventila l’ipotesi che gli attuali spostamenti di infermieri da un reparto all’altro al Compagna possa essere il preludio alla chiusura di qualche unità operativa : “Io sono convinto – ci dice Alberto in attesa di un prelievo – che determinate disposizioni in materia di personale infermieristico che dovrebbero essere prese dal coordinatore, così come mi spiegava poco fa un infermieri, va nella direzione non di risolvere l’emergenza, ma di perseguire un ben chiaro disegno: fare terra bruciata attorno a quel determinato reparto, in maniera tale che al momento opportuno si possa dire che non ci sono le condizioni affinché quella unità operativa possa continuare a funzionare. E’ davvero amaro tutto ciò”. Abbiamo raccolto altre esternazioni dai toni abbastanza polemici, ma il dato importante che emerge è che ancora una volta, nonostante le rassicurazioni che il direttore generale Scarpelli ha dato al sindaco Geraci pochi giorni fa, l’ospedale Compagna rischia concretamente ulteriori ridimensionamenti.
Giacinto De Pasquale