A più di un mese dal voto, la Città di Corigliano brancola nel buio più totale, dal punto di vista Istituzionale ed Economico. Le dimissioni del Presidente del Consiglio, il silenzio del Primo Cittadino, il mancato avvio del Consiglio Comunale, privo dell’ufficialità e dell’operatività dei Gruppi Consiliari e delle Commissioni, tutto ciò accentua lo stato di precarietà di un territorio che inizia, tra l’altro, a soffrire in modo particolare la crisi più generale, i cui effetti si stanno espandendo a macchia d’olio sulla nostra economia.
Proprio questa realtà avrebbe dovuto consigliare, a chi ha vinto le elezioni, di imprimere una decisa svolta alle modalità di gestione del territorio, avviando, già da subito, un tavolo di concertazione con le associazioni di categoria, con gli imprenditori, con le cooperative sociali, con i sindacati, al fine di inserire i loro contributi nelle Linee di Programmazione che questa Giunta dovrebbe presentare, a breve, in Consiglio Comunale, per una loro condivisione da parte delle Forze Politiche e Civiche. E, invece, nulla di tutto ciò, anzi, si ha la netta impressione che questa Giunta sia nata senza una reale divisione di ruoli e compiti, attesa solo la necessaria referenza politica di ciascun membro.
Questo territorio, nei prossimi anni, dovrà prendere decisioni importanti per il suo futuro e per il futuro di chi vi abita e di chi vi ha investito, in un contesto sociale ed economico non particolarmente facile. Tali decisioni dovranno essere prese in modo trasparente e sulla base di elementi condivisi. Invece, ancora una volta, è chiara la mancanza di una minima programmazione, da parte di chi ha vinto le elezioni sulla parola, pur predicando in modo schietto l’assenza di un programma, con la promessa che questo sarebbe stato scritto con i cittadini, una volta vinta la competizione elettorale. Incredibile! Come già si era capito, anche dopo la vittoria elettorale nessun programma all’orizzonte, si naviga a vista, anzi sarebbe meglio dire si affonda a vista.
Corigliano, come avevo già scritto un anno fa, si avvia ad essere la triste periferia commerciale e portuale di una sempre più debole Area Urbana, con scelte che non vengono prese dal territorio, ma vengono imposte sulla base di criteri non funzionali al nostro sviluppo e che contrastano con gli sforzi di cittadini e di imprenditori, che, quotidianamente, investono il loro tempo e le proprie risorse per fare del nostro territorio una zona di attrazione turistica. In questo contesto, si inquadra la assai discutibile decisione di fare del nostro Porto la piattaforma logistica del combustibile di aziende della filiera biomasse, peraltro assenti sul nostro territorio, localizzate nel Crotonese, a 150 chilometri dal nostro Porto: 4.000 tonnellate di cippato di legno verranno scaricate sulle nostre banchine, a pochi metri dai punti di attracco dei pescherecci della più grande flotta della Calabria e delle navi della Costa Crociere, per poi essere caricate su TIR e partire alla volta di Crotone, con gli effetti che tutti possiamo immaginare. Si fa fatica a capire la logica che sottintende a questo tipo di scelte, quando il Porto di Corigliano dovrebbe essere lo snodo principale di una rete turistica, commerciale e di servizi, di quella che viene qualificata “Soft Economy”, che valorizzerebbe le potenzialità del nostro territorio, agendo a supporto e a complemento dei privati e della pubblica amministrazione.
E, invece, si continua ad camminare a tentoni, a prendere decisioni l’una scollegata dall’altra: ci piacerebbe che il Sindaco, che ha avocato a sé la delega del Porto, salvo delegarla immediatamente, alla prima occasione, al Vicesindaco, il quale ci sembra privo delle necessarie competenze per prendere simili decisioni (che, tra l’altro, andrebbero anche condivise con gli Assessorati al Turismo e all’Ambiente), promuovesse un vero Master Plan dell’Area Portuale, che indicasse chiaramente il ruolo e le funzioni di questa importante infrastruttura nello sviluppo del territorio, presentandolo all’Istituzione più consona a prendere le scelte strategiche che ci riguardano, vale a dire, il Consiglio Comunale. Ci rendiamo conto, purtroppo, che il metodo della condivisione non appartiene alla cultura politica di questa Maggioranza, la quale, però, deve capire che, considerata la gravità della situazione sociale ed economica del nostro territorio, senza una decisione condivisa delle scelte, la situazione non potrà che peggiorare.
Corigliano Calabro, 19 luglio 2013
Carlo DI NOIA, autore del libro “Il Coraggio della Vergogna”