La settimana è trascorsa senza che il “caso” Maddalena Avolio abbia fatto registrare quello che un po’ tutta l’opinione pubblica si aspettava: una parola chiara su quanto tirato fuori venerdì scorso da Fabio Buonofiglio sul blog di Altrepagine.
Il presidente del consiglio comunale, in ciò sicuramente consigliata da qualcuno, ha preferito la strada del silenzio, magari in attesa che il tam tam mediatico si attenuasse per poi decidere senza l’assillo della piazza. Ognuno, è chiaro, che è libero di affrontare le questioni personali nella maniera che ritiene la più opportuna, ma nel caso specifico la Avolio ricopre un incarico pubblico e pertanto deve anche dar conto alla città. Senza con questo voler buttare la croce addosso alla professionista, il dato di fatto che non è condiviso dalla gente è che la Avolio non ha capito che oggi è presidente del consiglio comunale ed è proprio in virtù di questa importante e prestigiosa carica che non può far finta che nulla sia accaduto o magari che il presunto abuso edilizio sia di una tale portata da non meritare tutta questa attenzione o violenza mediatica nei suoi confronti. Lo sbaglio del presidente Avolio sta proprio in quest’ultima valutazione: non è tanto la portata del presunto abuso commesso, quanto il fatto in se. Cioè la legge morale e politica in casi del genere non va a disquisire se un tizio ha realizzato abusivamente un palazzo, un porticato, una mansarda o altra opera muraria di ancor minime dimensioni, morale e politica sostengono che basta avere commesso un abuso (grande o piccolo che sia) perché l’autore rassegni le dimissioni dall’incarico. Pare che la Avolio abbia già pronta una lettera da protocollare al sindaco Geraci lunedì prossimo, ma in questa lettera, secondo i bene informati, la presidente non rassegnerebbe le dimissioni ma chiederebbe al sindaco di determinarsi in merito e lei sarebbe pronta ad accettare qualsiasi decisione.
Fonte Calabria Ora