Il popolo, quello non politicizzato, quello genuino ha votato l’uomo, ha votato una speranza, ha votato per il cambiamento radicale della vecchia politica, ha votato affinché parole come: equilibri interni, accordi, riaffermare la propria leaderschip, giusti equilibri interni nel rappresentare le forze in consiglio, correnti, accordi segreti, tutte parole che si rifanno al vecchio e consunto politichese fossero definitivamente messe al bando dal governo della città.
E invece pare che si ricomincia da dove ci eravamo lasciati, e se così fosse, in tanti oggi non riconfermerebbero il loro voto e sono ancoradi più quelli che rifiutano parole come: qualcuno ha rimesso le mani sulla città. I dispiaceri per l’amico Geraci pensiamo possano arrivare dalle 3 liste civiche che lo hanno sostenuto. Tanti sono i corvi “oltre ai nemici storici”che hanno già spiccato il volo, e pronti a presentargli il conto alla prima occasione per la non convinta e dichiarata solidarietà alla giunta Straface.
Poi bisogna mettere in conto la presunta colonizzazione di una parte di amministrazione comunale dovuta a politici della precedente amministrazione: ex assessori, presidenti di commissione, e persone che ben si conoscono e che fanno affari con la politica e che hanno messo a disposizione il loro patrimonio ”piccolo o grande che sia”di consensi elettorali, in cambio di qualcosa, il contrario di ciò che la maggior parte dei cittadini si aspettano da questo sindaco. Se risultasse vero tutto ciò, la città sarebbe inchiodata, ancora una volta, al cattivo governo, a ciò si aggiunga la evidente diversificazione delle liste civiche che hanno sostenuto il Sindaco Geraci e il quadro potrebbe prestarsi a ritocchi di mano esterna. C’è da dire inoltre che la nuova generazione e la loro presunta permeabilità alle tentazioni degli eletti in consiglio comunale inducono a sospettare che la centralità del PDL coriglianese, quello che fa a capo a Giovanni Dima e che non ha fatto mancare il suo appoggio al neo sindaco, sarà condizionante ed in qualche modo potrebbe rallentarne il prosieguo politico amministrativo, anche se in tanti lo negano. Riguardo ai cosiddetti dissidenti del PDL, i cosiddetti “desaperesidos moderni”, quelli che hanno sostenuto ed eletto l’avv. Triolo non abbiamo remore nel dire che al momento opportuno, per non restare fuori dai giochi politici, si ricompatteranno attorno all’ex parlamentare e faranno gruppo unico in consiglio comunale. Questo scenario, tra l’altro prevedibile, si spera non comporterà cambiamenti radicali nel programma del nuovo sindaco; le sue proposte programmatiche del tipo: la chiusura del mercato ittico, rivisitazione del patrimonio immobiliare del comune o la rivisitazione della convenzione con la SOGET s.p.a; saranno affrontate o rimandate alle calende greche? La dichiarata vicinanza di un cospicuo numero di consiglieri comunali, e non solo, all’area riconducibile a Giovanni Dima saranno elementi frenanti o faranno da sprone per le determinazioni e le decisioni della vita politica quotidiana dell’amministrazione comunale? A conoscerli prima questi possibili scenari o accordi sottobanco forse avrebbero indotto tanti elettori a fare scelte diverse. Qualcuno potrebbe obbiettare il contrario nel non vedere ostacoli futuri per la neo amministrazione visto che in campo vi sono due forze politiche che hanno in un certo qual modo la stessa trama politica, la stessa fede dichiaratamente Berlusconiana, e riconducibili all’area Scopelliti – Dima. Potremmo essere in due a sbagliarci o potrebbe succedere lo stesso che è capitato al prof. De Rosis, sebbene questi non godesse di una ampia e solida maggioranza a differenza di G. Geraci, ma fu mandato a casa lo stesso è a tradirlo furono i suoi stessi amici di partito. Questa volta speriamo che la storia non si ripeta anche perché varie sono le soluzioni di governo, comunque se andasse male sarebbe una tragedia immane in termini di credibilità e mancato sviluppo per l’intero territorio. Se i fatti dovessero incamminarsi su questa strada e ci auguriamo che non lo facciano, ci sarà bisogno più di prima di un’attenta sorveglianza dei cittadini, organizzati in comitati o movimenti capaci di esprimere competenze e soluzioni pronti a denunciare eventuali abusi o compromessi di qualsiasi sorta anche perché dobbiamo mettere in conto una opposizione soft, stando alle dichiarazioni dei sette pretendenti alla carica di sindaco e presenti in consiglio comunale, non fosse altro che la minoranza, tra l’altro così eterogenea e contraddittoria al suo interno presenta soggetti pronti a cambiare casacca, bravi al salto della quaglia e disposti a mercanteggiare su tutto pur di avere sotto i denti qualcosa da masticare. Speriamo di sbagliare, ma noi siamo abituati a guardare con sospetto le persone che già si conoscono che gli ideali li usano al pari della carta straccia. Può darsi che le nostre preoccupazioni al momento siano pure eccessive poiché trattasi di ipotesi allo stato larvale e nel limbo del sospetto, ma come si dice è meglio prevenire che intervenire nella cura quando l’ammalato è gia stato contaminato da metastasi visto che sono in tanti a volere la risurrezione e la coazione a ripetere e l’intenzionalità di volere perpetrare nello status quo e nei benefici personali. A ciò si aggiunga il resto della macchina comunale politicizzata che purtroppo esiste e che ben conosciamo. State pur certi, anche questi si mobiliteranno per ritardare qualsiasi manovra di cambiamento radicale e strutturale come: una macchina comunale funzionante caratterizzata da buona organizzazione, snellezza delle procedure, riqualificazione del personale, ricorso a tecnologie informatiche, si opporranno se qualche politico vorrà scommettere sulla legalità, trasparenza e responsabilità per esempio nei comparti come l’edilizia ed urbanistica, autoparco comunale, manutenzione, si opporranno se si vorrà fare chiarezza per evitare eventuali sprechi, se si deciderà di mettere ordine nelle convenzioni esterne, negli appalti e ditte fornitrici del comune. Un’ultima considerazione per finire: si sa che la conduzione del consiglio comunale vuole una persona qualificata e capace, senza nulla togliere alla prescelta, ma chi più dell’avv. Pasquale Magno poteva ricoprire questo delicato incarico. Da voci non tante indiscrete si dice che qualcuno abbia avanzato un secco “NIET” sul nome di Magno, poiché secondo questi, gli equilibri, l’ago della bilancia sarebbero stati sbilanciati troppo a favore degli uomini di Geraci. Ora che la frittata è fatta e che la stampa giustamente lo ha divulgato qualcuno abbia almeno il buon senso di ricorrere ai ripari e suggerire a chi di dovere di dimettersi se i fatti di questi giorni fossero veritieri. La città non può permettersi già in partenza un’amministrazione esposto a sospetti prima che incomincia il percorso.
Per il movimento centro storico: Un progetto per non morire. Luzzi Giorgio.