Ed ancora una volta solo il silenzio. Nessun commento, nessuna giustificazione. Ci ritroviamo a rimpiangere Capezzone e la Biancofiore che, oltre ogni logica giuridica, chiedono appelli a tribunali inesistenti pur di difendere il loro capo, re Silvio. Nella nostra terra nulla. Ed è questa mancanza di reazione, questa calma piatta che ostinatamente viene a calarsi ogni qualvolta ci sono arresti che legano politica e criminalità, voti e malaffare, a lasciarci tramortiti.
Non un giudizio che entra nel campo penale ma una considerazione su come, troppo spesso, a destra e a sinistra, s’incrociano i destini di chi chiede il voto con l’accompagnamento di un boss, di una busta della spesa, di un favore fatto o da fare e di chi percorre altre strade. Questo non è, appunto un problema che opprime solo il centrodestra, che però non ha mai speso una parola su questi episodi, anzi, attraverso tutti i suoi esponenti più autorevoli, tende a considerare i fatti di Santa Tecla come storia vecchia e superata, ma è un problema che soffoca o rischia di soffocare tutta la politica “comunale” della nostra terra.
Riempiamo, sicuramente per incompetenza di chi dirige i partiti tradizionali, in prima fila lo scrivente, le nostre liste di cittadini che possono essere, sicuramente nella maggior parte dei casi, delle bravissime persone, però allo stesso tempo produciamo un consiglio comunale composto da chi, su temi fondamentali quali, rifiuti, tributi, procedure amministrative ecc, non ha mai esposto una idea. Scegliamo di dare il nostro voto, non per una discussione che abbia come base la politica ma altre traiettorie che, capita, possono incrociarsi poi con aspetti poco nobili della vita “politica”.
Ed il discorso vale a Corigliano come a Rossano, a Rende come a Cosenza.
Vale, soprattutto, sia all’interno dei partiti che all’interno del civismo, vero o presunto.
Ed allora poi capita che si è deboli, si è scalabili, come partito, come movimento, come, alla fine, istituzione, da chi porta interessi che non sono collettivi ma individuali, nei casi migliori, ma, ed è la fattispecie più preoccupante, anche da chi tutela interessi criminosi.
La possibilità di pilotare appalti, la gestione di servizi, la gestione dei rifiuti, è materia difficile e controversa solo se non si coglie, appunto, la preminenza dell’interesse pubblico rispetto a tutto il resto. In questo senso, ad esempio, abbiamo spesso, come partito di SEL, parlato della necessità di vigilare sulla gestione della raccolta e le proprietà delle discariche, non perchè vi fosse la convinzione di un potere occulto ma, piuttosto, la necessità di evitare sempre e comunque il sospetto in una materia, sicuramente mal gestita dalla regione ed in tutta la regione, ma che è stata giudicata da una commissione parlamentare come “pericolosamente compromessa ed a forte permeabilità criminosa”.
Ed ora che si palesa, nella vicina Rossano, un nuovo caso in cui la criminalità schiaccia l’economia, in cui la politica e l’interesse criminale potrebbero andare a braccetto, magari solo per l’imperizia di un giovane e non per un modello prorprio a tutto il PDL rossanese, chiediamo che le voci di dissenso, di preoccupazione si alzino da più parti.
Non si tratta più di una gara a chi ha fatto peggio, a Corigliano e Reggio Calabria, il centrodestra potrebbe opporre la vicina provincia di Taranto oppure Rende, tralasciando i rimborsi farsa che alla regione sono piuttosto bipartisan, ma si tratta di proporre un qualcosa che si vada ad opporre all’incapacità di garantire un voto libero, motivato e politico. E questo non serve se a volere il salto di qualità è solo una parte, non serve se, quando non si è in campagna elettorale si fanno sfilate di buoni propositi e poi, in campagna elettorale, ci si tura il naso e si accettano compromessi che vanno oltre il buon senso.
Ed allora, pur sperando che un giovane avvocato sia stato solo sconsiderato nel chiedere aiuto nella sua campagna elettorale, non ci si può nascondere dietro la convinzione che l’errore sia personale e non sistemico. Non si può non preoccuparsi se si viene a svelare un possibile legame tra il consiglio comunale, anche se fosse quello della rossa Bologna o della minuscola Carfizi, e la criminalità organizzata perchè quel legame uccide la democrazia nella nostra Italia. Abbiamo certo la consapevolezza che il voto amministrativo è un momento estremamente particolare nella nostra terra, che la parentela conta più di centinaia di ore spese nelle sezioni, che un favore o una promessa possono avere la forza di condizionare chi vive condizioni difficili…però bisognerebbe capire che le possibilità di risolvere una crisi, morale, economica, culturale sempre più opprimente diminuiscono ogni giorno di più se non si ha la voglia di volere, a destra ed a sinistra, qualcosa di meglio.
Ed allora cerchiamo questo qualcosa, formiamo i più giovani attraverso l’esempio, attraverso la discussione e lo studio, rinnoviamo i modelli che proponiamo, riaccendiamo la discussione nei consigli comunali dove troppo spesso troviamo figure perennemente mute, stimoliamo il confronto con i cittadini utilizzando gli strumenti previsti dalla legge, che occasione persa il mancato coinvolgimento della città nella stesura del PSA, realizziamo ovvero proviamo a realizzare quella democrazia partecipata che da sempre citiamo nei nostri programmi. Ma soprattutto riportiamo all’interno dei partiti, dei movimenti il cittadino, non per fare da testimone della nostra, molto presunta grandezza, non per farlo testimone di decisioni prese da cerchie sempre più ristrette, ma per farlo divenire protagonista della costruzione di un’idea.
Alberto Laise Coordinatore cittadino SEL Corigliano Calabro