E’ in programma oggi martedì 18 giugno 2013, alle ore 18, la cerimonia d’insediamento del nuovo parroco presso la parrocchia “Santissimi Martiri Nicola e Leone” allo Scalo. Dopo il trasferimento in curia di don Francesco Agrippino, e la reggenza momentanea di don Emanuele Tagliaferro (trasferito ora a Spezzano Albanese), il vescovo Santo Marcianò ha nominato per l’incarico un padre salesiano. Si tratta di don Tome Mihaj,
già in forza alla casa “Maria Ausiliatrice”, dell’oratorio di via Provinciale diretta da Don Angelo Draisci e padre Francesco Gobin che con grande dedizione svolgono un lavoro complesso e laborioso ma soddisfacente. Don Tom, come lo conosco in molti, è un salesiano di origini albanesi della città di Scutari ed ha studiato a Roma. Si è fatto apprezzare molto in questi ultimi tempi, per le sue capacità, e non solo da missionario. Ad ascoltare le sue omelie nelle messe o i commenti delle sacre scritture, nell’attualità di oggi e specie tra i giovani, ne viene fuori una cultura ampia e spiegata nella fattispecie dei singoli fatti e figure. Intrapreso l’insegnamento di don Bosco, don Tome Mihaj presenta grande capacità oratoria e riesce a comunicare molto bene con i giovani. La parrocchia “Santissimi Martiri Nicola e Leone” raccoglie tante famiglie di tutte le età e con la struttura a disposizione, nonché in sinergia con l’opera salesiana, potrà articolare ancor più il proprio lavoro finalizzato ad un evangelizzazione che abbracci tutti e specie coloro che ne hanno più bisogno. Don Tom che ha dei tratti in comune con i Martiri coriglianesi a cui è intitolata la chiesa. I frati Leone e Nicola, infatti, facevano parte dei sette missionari della provincia religiosa che da Belvedere marittimo, nel 1227, sbarcarono a Ceuta in Marocco. Nel predicare la parola di Dio, però, si imbatterono nei musulmani che dopo averli intimati alla conversione all’Islam li decapitarono. Dopo qualche anno le spoglie dei martiri cosentini furono trasferite a Lisbona dove ad accoglierli vi era Sant’Antonio. All’epoca un canonico agostiniano, Sant’Antonio che, qualche anno dopo la vocazione lo portò in Italia e a Padova dove morì, all’apprendere il gesto dei martiri si convertì all’ordine dei francescani.
Cristian Fiorentino