Mi ero ripromesso di stare calmo, di tacere per un po’.
Ma di fronte ad una affermazione pubblica che a mio avviso nasconde il germe di future ed ulteriori sciagure politiche, mi vedo costretto a condividere alcune mie riflessioni con amici e compagni su queste agorà virtuali ormai estremamente importanti per l’informazione pubblica. L’affermazione è la seguente “CORIGLIANO BENE COMUNE è un progetto finito, da chiudere immediatamente per ricominciare”.
Questa affermazione, detta forse con leggerezza, è gravida di una terribile confusione nonché di una violenza politica inaudita. Confusione perché confonde il bambino con l’acqua sporca: non è CORIGLIANO BENE COMUNE a mio avviso a dover chiudere i battenti, anzi: credo che questa straordinaria sinergia tra le forze sane e straordinarie del PD, SEL e PSI sia una delle pochissime cose buone e da assolutamente salvaguardare di questa campagna elettorale.
A dover definitivamente tramontare è una visione sciagurata della politica che ha portato alcuni dirigenti del Partito Democratico a considerarsi autosufficienti, autoreferenziali nonché padroni di un feudo sul quale scaricare i loro pruriti e le loro voglie.
È inaccettabile ed intollerabile quello che è successo durante il percorso che in questi mesi ha visto le forze del centro sinistra riunirsi attorno alla Carta d’Intenti. Un preziosissimo percorso e un preziosissimo documento presto però usato (per volere di pochissimi che oggi amerei tanto che rivendicassero la volontà di quelle azioni) in maniera assai meno nobile della stessa carta igienica.
A colpi di articoli e magagne da quattro soldi si è tentato di devastare un percorso, un ragionamento che tentava di costruire una piattaforma elettorale molto più ampia, fatta sicuramente da soggetti che tutto il diritto e tutta la legittimità avevano di stare seduti a quel tavolo. Senza o con Area Democratico dietro le spalle… così siamo ancora più chiari ed espliciti!
Si perché la Città aveva estremo bisogno di tutte queste forze: Area Democratica, Corigliano Centro Storico, Nuove Risorse, Rifondazione Comunista, IDV e tante altre realtà e singole figure in maniera troppo frettolosa messa ai margini.
Moltissimi avrebbero dovuto mettere da parte i propri mal di pancia e le proprie beghe personali (più o meno legittime), mettendosi invece in maniera straordinaria a servizio di un progetto di BENE COMUNE da salvaguardare che, necessariamente, doveva passare attraverso lo strumento delle Primarie.
Quella maledetta sera (ricordo benissimo tutte le facce presenti, non cercate di nascondervi) venne piantato il seme della sciagura. Quella sera decreto l’inizio della fine.
Forse con il mio partito potevamo anche noi scegliere di tenerci ormai lontani da chi in maniera precisa aveva determinato tale sciagura; non lo abbiamo fatto perché così facendo avremmo salvaguardato forse “NOI”, la nostra “purezza” … ma non di certo la comunità che con molta umiltà cercavamo di rappresentare e tutelare. Il nome di una persona estremamente valida, onesta e competente come Giovanni Torchiaro ha fatto il resto, portandoci nonostante tutto a cercare una possibilità di vero riscatto per questa Città.
Inizialmente ho definito quella espressione sul progetto CORIGLIANO BENE COMUNE gravida di confusione e di violenza politica.
La violenza politica l’avverto ripensando a quella enorme piazza strapiena di Schiavonea, quegli occhi, quegli sguardi, quel calore, durante il comizio di apertura della campagna elettorale. Quel miracolo commovente e carico di speranza non apparteneva a Giovanni Torchiaro, men che meno a SEL o al PD. Quel sogno realizzato si chiamava CORIGLIANO BENE COMUNE, un progetto collettivo aperto a tutte le forze sane di questa comunità. E in quella piazza avrei voluto tanto vedere anche gli occhi di Giovanni Leonino, di Carlo Caravetta e Battista Genova, quelli di Raffaele Granata e Luca Salatino, quelli di Maria Salimbeni e Antonio Leonetti, quelli di tanti ragazzi conosciuti e apprezzati in quei giorni di vero e sano confronto politico.
E io solo da questo sogno a metà voglio ripartire, io solo da questo posso ripartire.
Corigliano Calabro oggi si sveglia avvolta da un triste presente e un futuro assai minaccioso. Ma la vera e profonda responsabilità non è del progetto CORIGLIANO BENE COMUNE, ma di chi a quel progetto a fatto mancare il suo contributo e ancora di più di chi a determinato tali mancanze.
Giù le mani da CORIGLIANO BENE COMUNE, giovane speranza sempre pronta a riaccogliere ed abbracciare tutti, ma che su se stessa e sulle sue forze originarie dovrà necessariamente da oggi poggiare. Alzate la testa giovani e meno giovani che con noi avete iniziato un percorso di vero servizio per questa Città, alzate la voce e non nascondetevi. Che questo sacrificio, che questo dolore sia però fertile per una profonda ed entusiasmante rinascita per questa comunità.