Lo stillicidio del Pd in questi mesi causa la sciagurata conduzione politica e l’ennesimo forte dualismo Pacenza- Genova…… caratterizzato più che altro continuamente dal fare prevalere le loro personali istanze anche questa volta non ha pagato, questa diatriba lascia sul terreno solo macerie e caos e con queste premesse non ci voleva una zingara a predire che sarebbe stata una sconfitta certa.
Questa è la più grave sconfitta che si ricordi, specialmente quando questa viene a seguito dello scioglimento del consiglio comunale sciolto per infiltrazioni mafiose e che vedeva al governo una amministrazione targata centro destra, questa sconfitta assume un sapore amaro perché rappresenta una caduta verticale che si è manifestata in maniera omogenea: nelle frazioni, Corigliano centro, Scalo e Schiavonea, è una sconfitta che riporta alla luce quella distanza abissale tra partito e territorio, dovuta a politici incapaci nel risollevare la fiducia nella politica, con questi, non esiste quel minimo di efficienza, non esiste quella ripresa che possa riportare la sinistra agli antichi albori quando essa era amica benevola della base. Come si poteva vincere con questi, bravi a dividersi ed incapaci di una proposta forte e propositiva di governo in campagna elettorale da contrapporre credibilmente alla parte avversa politicamente, non sono stati capaci di dare voce, priorità e soluzioni a temi specifici e gravi che caratterizzano la società coriglianese. La fame di potere e la spasmodica bramosia di prevaricare sugli altri ha fatto si che nelle liste all’ultimo momento per problemi di reperimento candidati trovassero posto persone poco attraenti dal punto di vista elettorale e capacità reali politiche e le ripercussioni alla fine non si sono fatte attendere, questa è la verità purtroppo, potrà fare male come al solito a quei quattro sapientoni, poco importa!
Adesso ci vuole equilibrio e responsabilità, adesso come non mai si deve discutere del rapporto tra cittadino e politica, bisogna marcare la differenza, la distanza tra noi cittadini e loro, bisogna dare dignità alla sinistra coriglianese, bisogna addivenire ad una resa dei conti, basta al perbenismo ed al buonismo di facciata, basta parole come: vedremo, faremo, rifletteremo sulla sconfitta, basta con la solita litania, dovete solo andarvene, serve una rivoluzione tutta interna ai partiti, confortata però da una più consapevole e responsabile appartenenza politica da parte dei cittadini, serve una terapia d’urto che sciolga definitivamente qualsiasi nicchia di resistenza da parte di quei tanti che usano la politica per farsi i loro affari, bisogna allontanare dai partiti quei tanti mantenuti dalla politica e tutti quelli che sotto mentite spoglie seppur giovani hanno a modello i vecchi e che per questo difficilmente lasceranno o si metteranno da parte, a questo punto due sono le ipotesi: un serio cambiamento o rassegnarsi a non vedere cambiare niente, vivacchiare per non morire. Chi si opporrà ad un Pd ed a una sinistra schiavi di personalismi, chi si opporrà alle logiche delle correnti, chi dirà basta a quel tratto autoritario e conservatore di questa leadership litigiosa e rissosa. Bisogna dire con forza, bisogna gridarlo, bisogna rivendicare che è arrivato il momento di dare un taglio netto al passato, lottare per un partito radicato sul territorio, per risposte concrete, basta a questa classe dirigente su cui non si può affidare il futuro, bisogna lottare per un Pd che abbia una strategia molto veloce, dare priorità a quegli argomenti che inchiodano la politica alle proprie responsabilità, mettere in discussione, è questa è la volta buona il proprio e il loro potere, partire proprio da loro, partire dalla mappa dei bisogni altrui, lottare per quella bellezza che da speranza, dignità e certezza ai tanti giovani che ripudiano la politica perché non attrae e ritenuta giustamente sorda ai bisogni reali. I partiti, le sezioni debbono ritornare punto di ritrovo, di discussioni e fornace di menti che all’occorrenza sapranno amministrare la cosa pubblica egregiamente senza farci rimpiangere il vecchio. Purtroppo questa nostra visione fino adesso rimane solo una utopia, e lo si vede, basta dare uno sguardo intelligente, freddo e disinteressato alla classe politica che andrà ad occupare gli scranni in consiglio comunale che pur riconoscendosi nel progetto comune, buona parte di essa non ha militanza di partito. Tutto questo è una spia molto vistosa che non deve fare abbassare la guardia in particolare alla politica e alla società in quanto è nella incertezza e nella improvvisazione che crescono e si annidano batteri e virus molte volte letali per la convivenza civile e relativo progresso economico, sociale e culturale di un territorio come il nostro.
Per il movimento centro storico: Un progetto per non morire.
Luzzi Giorgio.