di P. Giovanni Cozzolino, O.M. delegato generale dei giovani Minimi di San Francesco di Paola
«Cara Fabiana,
in questi giorni ho guardato spesso i tuoi occhi che il 25 maggio in modo brutale sono stati spenti nella tua terra, nella tua Corigliano Calabro da te tanto amata e come in un modo incomprensibile, sei stata strappata dagli affetti della tua famiglia, della tua gente, dalle tue radici storiche, sociali e culturali.
Quel sabato, due occhi si sono spenti per sempre su questo mondo terreno, per luccicare come due stelle accese nel cielo sui fratelli lasciati quaggiù, per quelli del tuo tempo, per quanti, attraverso i tempi, avranno bisogno idi questa luce dei tuo occhi che non si spegnerà più. Ed ora che le luci materiali dei mass-media, per i quali tutto diventa notizia e spettacolo con tante chiacchere nel cercare il perchè, si sono spenti, ripenso alla bellezza dei tuo occhi, che ora invece brillano come due stelle nel Cielo e che insegnano che la nostra società ha tanto bisogno di questi tuoi occhi bellisimi. I tuoi occhi accesi come due stelle nel Cielo fanno comprendere la bellezza della voglia di vivere e di vivere in pienezza la vita; sono occhi pieni di amore che ora vivono l’Amore senza fine; sono occhi pieni pieni di pace, di spenza e del domani; sono occhi che ora fanno comprendere che la gioia è essenziale alla vita dell’uomo, che gli uomini sono stati creati per la felicità e per la gioia anche in questa vita e che tu ora vivi nell’eternità. I tuo occhi che ora brillano come stelle nel Cielo ci fanno comprendere che l’amore dei figli di Dio con può essere scambiato con l’oro e chei figli di Dio non possono essere venduti, perchè essi appartengono al suo cuore e alla sua mente, alla sua vita e al suo programma di difesa. I tuoi occhi che ora brillano nel Cielo sono un richiamo per comprendere che “l’uomo è sulla terra per amare; è il fratello, è l’amico, ed anche se uccide un insetto deve saperne il perché. Dio, dello spirito umano ha fatto un’ala aperta sulla creazione, e da sotto i rami verdi, dalle erbe, dal mare, dalle onde, dai venti non deve proscrivere alcun essere vivente: al popolo il libero lavoro, agli uccelli il becchime, a tutti la pace. Il fanciullo, la donna, la colomba, il fiore, il frutto, tutto è sacro, tutto è benedetto” (Victor Hugo, Torquemada). In una società in cui vi è una sconfinata massa di miserie umane, in cui la violenza sta diventando norma di vita, in cui i beni della terra sono in mano a pochissimi privilegiati anch’essi malati nello spirito, che formano un immenso mare di macerie umane, i tuoi che brillano come due stelle nel Cielo ci fanno comprendere che il Dio d’amore non ha creato gli ultimi, e che non ha mai voluto che nel suo creato ci fossero gli ultimi. Che valore avrebbe il tuo sacrifico, che senso avrebbe se non quello di ricordarci che oggi esiste tanta miseria umana e spirituale, e che questo tuo sacrifcio altro non è che un alzatre la voce contro la violenza o contro quel potere politico che, invece di essere servizio per il bene materiale e morale della sua gente, sta diventando regime di silenzio e mancanza di impegno per il bene comune? I tuoi occhi che briallano ora come due stelle nel Cielo sono un continuo parla ai giovani del terzo millennio per vivere in pienezza la vita, sono un’esemplarità che stimolano l’atto di libertà personale di ognuno, di libera e cosciente adesione ai valori della vita, della libertà del bene per affermare i principi della dignità e della sacralità dell’uomo; sono un rrichiamo soprattuto per i giovani nel comprendere che tutta la vita è attraversata dalla ricerca dell’essenzialità, di ciò che riconduce l’uomo alla verità dell’esistenza, lontano dal consumismo, e sono un vero richiamo ai principi vitali, che possono garantire uno sviluppo sostenibile e trasmettere quel patrimonio naturale che l’umanità del passato ci ha tramandato; che non bisogna scendere a compromessi con la mediocrità e nel vivere una vita senza sogni, è un forte invito a vivere pienamente la vita, a guardare verso l’eternità, a praticare nell’onestà del dovere quotidiano, ad accettare i sacrifici della vita come spazio di crescita della propria dignità. Ora, cara Floriana, dal Cielo tu sei un sicuro compagno di vita per i giovani del terzo millennio, affinchè sappiano assumere le proprie responsabilità, sappiano ridare credibilità e vitalità alla vita ecclesiale, sociale e politica e sappiano avere il coraggio e la voglia di impegnarsi , senza risparmio di energia, fino a dare la vita in dono per essere autentici e fecondi protagonisti nella costruzione della civiltà dell’amore nella tua amata Corigliano Calabro e nella tua Calabria. I tuoi occhi che ora brillano come stelle nel Cielo “ottengano per la tua Corigliano Calabro e la Calabria intera la serenità, la concordia degli animi, il rispetto della persona umana; e aiuti a sconfiggere la piaga dei sequestri, la violenza e gli altri mali manifesti che travolgono la società odierna; e ottenga lavoro per tutti» (Giovanni Paolo II).»