In riferimento all’articolo apparso sul corriere in data 27/05/2013 intitolato “La lettera” a firma della signora Francesca Chaouqui, avrei da dire alcune cose.
Ho più volte letto la citata lettera e dal senso, dal contenuto ed dal modo in cui essa è stata scritta, percepisco che (probabilmente) l’autrice ha avuto un’infanzia difficile.
Non dico questo perché ho voglia di giocare a fare la psicologa, ma le esternazioni che traspaiono sono tipiche di chi non ha saputo e non ha avuto il coraggio di realizzarsi nel luogo natìo ed ha sentito la necessità di rinnegarlo.
La storia è piena di persone che hanno rinnegato, chi i propri genitori, chi i propri figli, chi la propria famiglia, chi la propria Patria, chi il proprio paese. La signora Chaouqui ha abbandonato il suo paesello, sembra (tra l’altro) che non ha mai abitato a Corigliano e osa prendersi la licenza di sparlare di questa splendida cittadina.
Per chi non conosce Corigliano, molto brevemente, dirò che riguardo alla popolazione, conta circa 42000 abitanti, è in assoluto il primo centro della provincia di Cosenza, il sesto dell’intera Calabria. Geograficamente ha una posizione invidiabile, infatti presenta una zona pianeggiante, una collinare ed una montana con una estensione pari a circa sette volte quella della stessa città di Cosenza. C’è il mare con una costa estesa molti chilometri, méta di turisti d’estate, ma le strutture ricettive della zona riescono a catturare turisti in tutte le altre stagioni. Nella zona collinare si sviluppa il centro storico ove esiste un castello settecentesco di grande importanza storica, dove centinaia di visitatori giornalieri si alternano durante tutto l’anno.
C’è un porto di importanza strategica che serve, oltre alla flotta peschereccia più grossa della Calabria, anche a navi mercantili per il commercio e navi da crociera.
L’attività predominante è quella agricola, infatti Corigliano Calabro è famosa in tutto il mondo per la qualità tipica di Clementine che si coltivano, si producono e si commercializzano. Esiste un’economia, che, anche durante la presente crisi, ha consentito ai cittadini, tenori di vita non possibili nemmeno nelle zone limitrofe, che godono dell’economia riflessa di Corigliano.
….e tante, tante altre cose belle, anzi bellissime che mi trattengono in questo luogo meraviglioso.
Per tornare alla lettera della signora Chaouqui, essa dà l’impressione che abbia una giustificazione Kantiana, cioè è stata fatta della prosa solo perché bisognava fare della prosa. Infatti ricordiamo che Immanuel Kant nella sua spiegazione delle categorie le differenziava da quelle aristoteliche, proprio perché rappresentavano “l’azione per l’azione”, in questo caso che trattasi di prosa, senza che essa avesse diverso scopo o finalità.
Tanto premesso e riferito, mi corre l’obbligo ed il dovere di riferire, in particolare alla s.ra Chaouqui, che sono la primogenita di sette figli, di cui sei femmine ed un maschio. A tal proposito devo contraddire in modo netto e categorico la signora, sulla differenziazione tra maschio e femmina nelle famiglie di questa cittadina. Essa non esiste e non è mai esistita. Tanto, che i miei genitori (e non trattasi di caso particolare) hanno sempre festeggiato la nascita delle figlie e del figlio allo stesso modo.
Non è assolutamente vero quanto dice l’autrice de “La lettera” a proposito dell’emigrazione facile che spopola la città. Anzi, per le cose accennate, Corigliano Calabro è luogo di forte immigrazione non solo da parte di stranieri, ma anche e soprattutto da parte di abitanti di piccoli paesini che si sviluppano nelle immediate vicinanze.
Probabilmente la sig.ra Chaouqui, che dice essere nata qui vicino in un paesino di 2000 anime, amava ed ama la grande città e per dare sfogo alle sue fantasiose voglie ha abbandonato tutto e si è trasferita in qualche grande città, che non menziona nemmeno.
La Chaouqui trae spunto dall’orribile pagina di cronaca scritta in questi giorni sui giornali per denigrare una città che tanto ha dato anche alla nazione intera, basti pensare ai natali che Corigliano ha dato a personaggi quali Costantino Mortati (uno dei padri della Costituzione Italiana), Vincenzo Tieri, scrittore e padre del noto attore Aroldo ed altri che non cito per brevità.
Riguardo alla tragica morte della bella Fabiana, penso che l’unico gesto da fare è quello di tacere e portare il massimo rispetto alla famiglia. Infatti, la comunità di Corigliano si è stretta intorno ai genitori, alle sorelle ed ai parenti tutti, condividendone il dolore, lo smarrimento, la desolazione.
Cose di questo genere a Corigliano non sono mai accadute, la città non è mai stata teatro di tragedie simili. Ed è proprio questo che ha sconvolto la città, che a cinque giorni dalla disgrazia non ha ancora la forza di ricominciare a camminare in modo sereno.
Alla sig.ra Chaouqui dico solo di scrivere non solo per il gusto di scrivere, ma se vuole potrà farlo anche cogliendo le positivtà che Corigliano offre agli occhi dei più.
Per la mia città mia cara signora occorre un gesto di solidarietà anche da parte sua e non alimentare la tensione. L’agonia di perdere una figlia è incomparabile e straziante. La morte di una giovane figlia è la morte dell’innocenza e lascia un segno indelebile nel cuore… quel segno è il dolore di chi non potrai più abbracciare.
Francesca Parrilla.