Solo il silenzio,
– quello coscienzioso
che si genera nella coscienza,
quello che esula da tutti
quello che si distanzia dall’assordante vocio…
quello che si accascia nel dolore dell’anima,
e pensa all’immane tragedia,
e riflette sulla barbarie della violenza
e medita sulla disumanità di quell’atto efferato –
può occupare quel vuoto senza fine, senza confine….
che trascende il tutto, per toccare tutti,
può sussurrare il proprio sdegno, tutto lo smarrimento.
Solo il silenzio,
quello che non si accomiata dal reale
quello assorto nel dolore dell’anima
quello immerso nel volto di mille e mille altri volti,
che esprime le urla di dissenso
che esprime tutto lo sdegno dei propri sensi
che esprime la rabbia, che supplica perdono al mondo intero,
senza ancora trovare pace,
può adagiarsi al momento
esprimendo un pensiero solenne
di vicinanza, di amicizia, di solidarietà
per quell’immane dolore che pulsa nelle vene,
che scompagina mille vite, mille storie, mille altre esistenze
inorridite per quella morte orrenda
indignate per quella vita barbaramente spezzata
arrabbiate per quanto i nostri occhi,
gonfi, amareggiati, smarriti
lacrimano… di dolore incontenibile –
può testimoniare il proprio sconforto.
Solo il silenzio,
può parlare, può proferire parola;
solo il silenzio,
può squarciare il velo di quella tenebra;
solo il silenzio può adagiarsi
a quel bisogno trepidante di giustizia;
solo il silenzio,
può cogliere l’intensità della tragedia;
solo il silenzio può lambire il momento…
così triste, così beffardo, così vuoto
e desolante
e impressionante
e intemperante
di quella morte,
di quell’agitarsi collettivo,
di quel dolore un’anime
di un intera Società.
Una vita falciata,
un sorriso trafitto,
un’esistenza oltraggiata, mille altre offese
che gridano dolore,
che sanguinano pietà
che avvertono stringere il cuore in gola
per ciò che hanno visto, sentito, immaginato.
Una morte, la sua, che è di tutti noi, umani.
Una vita lontana da ogni vera vita,
un gesto folle lontano da ogni follia,
quella mano omicida
quel cuore torbido,
di quella persona smarrita
di quella coscienza insciente
di quel volto inumano,
senza anima, senza pietà, senza scrupoli,
invaso da odio e bestialità,
lontano da ogni giovinezza e da ogni vita –
armata da odio e accecata da ignobile virtù,
in un tempo fuori tempo
in un giorno inaspettato,
in un’ora senza tempo, che
ha armato appunto, quella mano… sanguinaria,
portando via, con sé,
quel sorriso, quella giovane vita e quel volto amico
di una ragazza innocente,
di una figlia incompresa,
di una amica tradita
trafiggendo la serenità di una famiglia;
relegando al dolore perpetuo una mamma, un padre
che versano lacrime di sangue, di dolore;
pugnalando la pace e la dignità di un’intera comunità
che versano lacrime di quello stesso colore,
che rigano il tempo, quei volti
di quei genitori, senza più pace e conforto.
Un fatto, un atto, un evento
fuori dallo straordinario…
balzato all’improvviso nella notte,
di un Cielo spento, senza stelle
di quel firmamento indignato,
che turba la vita
di tutti… noi
attentando la serenità di ciascuno,
scuotendo la coscienza di ognuno…
di un’intera Popolazione:
di quelle mille generazioni vissute,
all’insegna del Valore,
animate dal cuore buono,
che non meritavano
questa morte, questo gesto brutale, questo tempo indegno
tutto questo fragore sanguinante, incontenibile.
Corigliano,
non ti abbattere
non prostrarti
non sentirti indegna
ma solo trafitta e offesa, questo sì
da quel gesto meschino, e sciagurato, e dannato
da quella immagine, di quel fatto
indicibile che non riesci a spiegarti
e che continua a scorrere davanti ai tuoi occhi
in quel silenzio, che cerca pace ma non giustificazione,
che ti fa inginocchiare, ora
in quel silenzio
per chiedere Pietà, Perdono e Grazia
al nostro Signore per tutto… l’indicibile…
Corigliano sii consapevole
che, quella follia
– fuori tempo, senza tempo
di un’ora sconfinata
fuori dal presente,
lontana da ogni temporalità,
discordante da ogni sentimento
distante dall’umano vivere,
che non dimenticherai
che mai potrai rimuovere,
che presenzierà il resto dei tuoi giorni –
non ti appartiene, non è filiale al tuo Essere.
Quel gesto, quel tempo, quell’atto
è fuori dalla tua dimensione
sociale, morale e comunitaria
è al di là,
del tuo ancestrale Temperamento
della tua antica Tradizione
del tuo saggio Insegnamento
e, pur continuando a sentirti impotente
cerca la forza, il vigore, il rigore
che è nel tuo antico valore,
nella saggezza che ti è stata insegnata dai tuoi padri
per ridestarti
per riprenderti
per recuperare la vista, lo sguardo, il cammino
verso il domani.
Un compito difficile e arduo è questo,
ma ti tocca farlo,
devi riuscirci, fallo
in nome di quel valore, di quell’insegnamento
del buon senso, del cuore buono, della saggezza
che appartiene a te, alla tua storia, al tuo Essere grande
che risplende
in quel profumo di zagare,
in quei fazzoletti di terra adorni di frutti dorati
in quell’armonia irradiante di colori e di verde splendente
che si riflette
in quello specchio di mare,
in quelle onde che portano meditazione
in quell’azzurro che bagna di provvidenza la nostra Terra
che si rimembra
in quella natura mite,
in quei tratti umani improntati al candore
in quei passi mossi dalla passione e dall’amore
per la “buona creanza”.
Fallo in nome di quella vita
Fallo in nome di quel sorriso
Fallo in nome di quegli occhi
pieni e colmi di vita, pieni e colmi d’amore
per una vita maledettamente
trafitta dall’indicibile…
fallo per quella gioia di fanciulla,
fallo in nome di quel vuoto incolmabile
fallo in nome di quella famiglia mozzata
per una perdita che è di tutti
per un dolore che è di tutti
per un tempo che pur non essendo di tutti
maledettamente e inquietamente
ci segna… profondamente et eternamente,
nel dolore, nel ricordo, nella memoria
di quella vita
che, pur non essendoci più
vivrà per sempre, in tutti noi…
nel segno del Bene…
quel bene filiale alla coscienza
che, in questa giornata solenne,
di dolore affranto,
esprimiamo, da uomini comuni
con le coscienze inquiete,
di persone affrante dall’immane dolore,
tutta la vicinanza possibile, inenarrabile
a quella Famiglia,
a quel Padre,
a quella Madre
a quelle Sorelle
che soffrono e che piangono
per quella perdita così tragica
che però non è solo la loro
ma di tutti Noi,
e lo facciamo
con la consapevolezza
che, con lei…
è morta una parte di noi,
una pezzo importante di Città…
Ermes