Mi sono trovato a immaginare la nascita di questa povera ragazza,trent’anni fa in un piccolo sobborgo di uno sperduto paesino dello Jonio Cosentino. Poverina Francesca nel suo ambiente “non ha diritto di parola” ed anzi è considerata l’ignominia della famiglia che “aspittava ru masculu”.
Questa dolce fanciulla,dalla matriarcale Calabria si sposta al nord ove studia e laureatasi,assume una importante posizione socioculturale.
Adesso dall’alto del Suo Scranno si arroga il privilegio di ignominare una terra che Le ha dato i natali.
Illustre dottoressa a questo punto una cosa terrei a dirTi: certamente i Tuoi retaggi razziali ti tengono lontano dall’AMATA terra d’origine,che purtroppo ha potuto darti solo quello e null’altro,visto che probabilmente la Tua famiglia ha potuto farti vivere come volevi e soprattutto dove volevi.
Tanti anni sono trascorsi dal giorno in cui,salita su quel pullman,Hai abbandonato il sobborgo dello Jonio Cosentino al suo immutabile destino.
Per fortuna Ti posso dire che non tutti i giovani calabresi sono come Te,ed anzi c’è qualcuno che è persino tornato ed è riuscito a stimolare l’apertura mentale di quella gente che tu hai ignorato e considerato indegna della tua NOBILE CASATA.Corigliano Calabro è una delle realtà più produttive del mezzogiorno che,nonostante i guai che si stanno susseguendo,riesce a reagire ed a progredire sviluppando la sua cultura e le sue finanze. Cara donna Francesca la Tua terra non è come l’hai sognata,perchè sicuramente Sua Signoria ha vissuto in ben altri ambienti,ma è una terra che con tutte le difficoltà del momento va avanti alla faccia dei retaggi razziali e culturali,che soprattutto chi si erge agli scranni più alti si sente il diritto di promulgare.Bada bene ognono ha il diritto di esprimere le proprie opinioni,ma secondo me non si deve arrogare quello di infangare il buon nome della gente che sta vivendo un dramma infernale a causa di un singolo individuo,che si è macchiato di un ignobile misfatto.La calabria è una terra piena di difetti,ma viva e ospitale,senza più tutti i retaggi razziali che qualcuno,come Te,cerca di apostrofare.Le donne di Calabria hanno acquisito principi e diritti che tutti noi consideriamo da sempre paritari per tutto il genere umano e sacrosantamente naturali.
Con ciò chiudo sperando di non aver infastidito la Sua grande arroganza,con la quale ha sputato nel piatto in cui ha mangiato.
corigliano calabro
27/05/2013 Guido Marino