Tutto ciò che è accaduto a Corigliano nell’ultimo fine settimana è quanto di più brutale un essere umano possa fare ad un altro essere umano. La bestialità del gesto è l’esplicazione di un istinto selvaggio che è insito nell’uomo come tale, ma che viene poi ammorbidito e lenito dalla ragione, dalla cultura, dall’intelligenza, , dalla moralità, dal credo religioso, dalla formazione dell’essere umano.
In città la notizia di questo efferato omicidio, che tanto risalto sta avendo nei media nazionali, ha fatto insorgere indignazione, rabbia, sentimenti di odio verso il ragazzo autore del delitto, rabbia verso un gesto che ha tranciato di netto la vita nascente di una bambina piena di speranze , di sogni e, forse, di illusioni. Stessi sentimenti di rabbia, di odio e di acredine nei confronti della lettera pubblicata da Francesca in cui descrive la realtà calabrese in modo, secondo me, abbastanza alterato ma non del tutto inesatto. Tutti gli articoli delle persone che si sono sentite indignate dalle parole di Francesca raccontano una Corigliano diversa da quella descritta nella lettera, una Corigliano quasi da bere. Ma forse tutte queste persone dimenticano dei particolari:
1) Corigliano è un paese mafioso, dove la mentalità è mafiosa e dove tutti i settori della vita civile sono intrisi di mafiosità;
2) a Corigliano c’è stata una inchiesta giudiziaria per pedofilia e prostituzione minorile a carico di molte persone coriglianesi e in quell’occasione non ho visto la stessa indignazione dei commentatori del blog;.
3) a Corigliano abbiamo avuto una campagna elettorale in cui la parola “Santa Tecla” è passata pressocchè inosservata e non è stata citata da alcun candidato a sindaco;
4) a Corigliano abbiamo vissuto uno scioglimento del consiglio comunale per mafia e un commissariamento inesistente per ben due anni e al momento di prendere in mano la propria vita il popolo coriglianese ha votato in misura limitatissima, un po’ più del 50% degli elettori, segno che il sentire civile a in questa città è quasi nullo.
Mi limito a queste poche considerazioni e mi auguro che il martirio della piccola Fabiana ( che Dio l’abbia in gloria) possa far nascere nel popolo coriglianese e soprattutto nei ragazzi quei sentimenti di bene comune, di solidarietà e di fratellanza che sono propri dei popoli civili. Non dimentichiamo mai che i nostri avi provenivano dalla Grecia, la culla della civiltà del Mediterraneo, e che quando nel Nord e nel resto dell’Europa ancora c’erano gli uomini primitivi con le clave, da noi in Calabria sorgeva la Magna Grecia e veniva fondata la gloriosa Sibari.
Maria Bianchi