Molti cittadini ricorderanno che circa due anni orsono, all’indomani dello scoppio della vicenda investigativa “Santa Tecla”, da dirigente politico del Pd e modesto conoscitore del diritto, avvertii la necessità di chiarire pubblicamente all’opinione pubblica quelli che secondo me erano gli esatti termini della “questione”. I chiarimenti furono doverosi in considerazione della confusione mediatica che si era venuta a generare nella città e del notevole interesse “politico” che l’intera vicenda aveva suscitato.
Fra le tante cose, all’epoca scrissi che dal punto di vista tecnico-giuridico i due procedimenti avviati dalle autorità preposte, quello penale e quello amministrativo, pur avendo una stretta connessione fra di loro per i “fatti accertati”, erano da considerare assolutamente autonomi ed indipendenti in quanto tendenti ad ottenere finalità completamente diverse. I cittadini ricorderanno benissimo che avevo sempre sostenuto che la colpevolezza o meno di alcuni ex amministratori e/o funzionari comunali in sede penale, relativamente ad alcuni fatti accertati presso la casa comunale, non costituiva affatto “un presupposto o un elemento determinante ai fini dello scioglimento del consiglio comunale”, potendo, invece, la responsabilità penale di costoro costituire semmai un “aggravante” dell’intera vicenda. Oggi, a distanza di oltre due anni e nell’imminenza ormai delle nuove elezioni comunali, voglio ancora una volta ritornare sulle questioni da me trattate al fine di provare a condividere con i cittadini coriglianesi più “attenti” alcuni ulteriori aspetti e perplessità che la complicata vicenda “Santa Tecla” ancora oggi pone con assoluta drammaticità ed attualità.
Intanto, solo per completezza di analisi, voglio ancora una volta sottolineare alla comunità che, lo scioglimento del consiglio comunale, per come avevo “pronosticato”, è stato giudizialmente e definitivamente “affermato e pronunciato” dal Consiglio di Stato a prescindere dalla colpevolezza o meno degli ex amministratori. Quindi…tutti tranquilli?…Almeno per il momento!
Ma lo scopo del mio intervento ora… non è questo. Sarebbe molto facile per me mettere in evidenza gli “errori” e le “responsabilità” di qualcuno, esaltando, invece, per come converrebbe fare durante una campagna elettorale, le azzeccate previsioni fatte e la corretta linea tenuta dal mio partito.
Andiamo dunque a mettere in evidenza quello che oggi, nell’immediatezza del voto amministrativo, secondo me interessa veramente ai cittadini di Corigliano Calabro relativamente a questa incresciosa vicenda investigativa.
Come tutti sanno ormai, sostanzialmente la Giurisdizione amministrativa, con sentenza passata in giudicato, ha stabilito che lo scioglimento del consiglio comunale ha trovato fondamento in molti motivi e/o ragioni fra le quali, tuttavia, ne spiccano, per la loro importanza, tre su tutte, ossia: a) la presenza all’epoca nelle liste elettorali del centro destra di alcuni “personaggi” legati a vario titolo alla criminalità organizzata locale e i condizionamenti nel voto avvenuti nell’ultima campagna elettorale; b) la “illegalità diffusa” riscontrata dalla Commissione d’accesso negli atti amministrativi e nei comportamenti tenuti all’interno della pubblica amministrazione; c) la presenza all’interno della macchina comunale di tecnici e/o funzionari “contigui …se non organici alla criminalità organizzata”.
Allora la domanda che mi pongo e che rivolgo all’intera comunità coriglianese oggi è la seguente: ma siamo sicuri che i tre fattori di “condizionamento” sopra indicati e posti a fondamento delle decisioni delle Autorità amministrative siano stati “debellati” dalle pubbliche istituzioni nel corso di questi due anni di commissariamento o corriamo il rischio, come io penso, di assistere a breve a un “nuovo” scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose?
Ecco, senza girarci attorno più di tanto, le ragioni del mio pessimismo: 1) gli esponenti di spicco del centro destra cittadino non stanno fornendo alle “Istituzioni” alcuna giustificazione e/o spiegazione delle accuse a loro mosse da alcuni dirigenti politici locali circa la presenza nelle loro attuali liste di alcuni elementi della vecchia amministrazione o di alcuni loro “prossimi” congiunti e parenti; 2) i commissari antimafia presenti presso la nostra casa comunale, nonostante il loro costante impegno e dedizione alla causa, non hanno mai affermato pubblicamente che gli atti ed i procedimenti amministrativi “viziati” siano stati ricondotti a legalità; 3) nessun tecnico e/o funzionario comunale “contiguo…se non organico alla criminalità organizzato” è stato mai rimosso dal suo posto o sottoposto a procedimento disciplinare per come previsto dalla normativa in materia; 4) le indagini e il presunto procedimento penale a carico di questi “condizionati” non ha prodotto “allo stato” alcun valido risultato; ciò nonostante siano scaduti i termini di durata massima delle indagini preliminari.
Potrei continuare a lungo…, ma credo che a questo punto i cittadini abbiano già capito che riportare la legalità all’interno di un Ente pubblico da parte delle Istituzioni preposte allorquando siano stati accertati dei “condizionamenti mafiosi” non è né cosa facile né tanto meno cosa di breve durata. Di una cosa sono certo: la mafia a Corigliano (unico comune in provincia di Cosenza ad essere stato sciolto per infiltrazioni mafiose) se non ritornerà ad osservare le regole democraticamente poste e non ritornerà a rispettare le Istituzioni legalmente costituite è destinata ad essere inevitabilmente sconfitta e resa insignificante.
A me umile e misero “esegeta del diritto” per come sono stato “amabilmente definito”, non mi resta che attendere gli eventi della divina provvidenza!
Avv. Luigi Iacino
(PD)