Ci sono alcuni grandi temi, che sono assenti nel dibattito politico coriglianese, a pochi giorni dalle elezioni amministrative. Non tutti i candidati, infatti, hanno affrontato le questioni più importanti e spinose della Città. Con il rischio che il nuovo Consiglio Comunale che uscirà eletto, non avrà uguali livelli di responsabilizzazione e di consapevolezza rispetto alle sfide – talune nuove, tante altre vecchie e irrisolte – che la nostra Città si troverà a dover affrontare.
Per responsabilità di pochi, questa Città ha dovuto affrontare, e sopportare per circa tre anni, l’indelebile infamia di mafiosità pervenutale a seguito dell’accesso antimafia e, di conseguenza, dello scioglimento straordinario degli organi elettivi. Questo grave danno d’immagine non è stato neutro nei confronti dell’economia del Territorio, fortemente basata sugli interscambi commerciali e sull’afflusso turistico. Paradossalmente, la troika commissariale ormai in scadenza, che avrebbe dovuto partorire miracoli di legalità, ha peggiorato la situazione: basterà ricordare le battages pubblicitarie sulla ormai famosa Scuola Materna di Fabrizio, o la pomposità della consegna di un palazzo confiscato, con tanto di presenze ministeriali, per capire che non si è prodotta nessuna lotta vera alla pervasività mafiosa. Quest’ultima, essendo anche un “prodotto” culturale, deve essere combattuta con le armi più appropriate: la cultura e i diritti di Cittadinanza. I diritti alla Salute, a una burocrazia snella ed efficiente, alla salubrità del Territorio, giusto per citarne alcuni, non possono essere scambiati per favori; così facendo,si rischia di trasformare in suddito il Cittadino richiedente, allargando le maglie della tensione morale e favorendo l’illegalità. Ma qualcuno ne parla? I gangli dell’economia del nostro Territorio – Agricoltura, Pesca, Edilizia, Turismo – non hanno bisogno di ricette magiche, ma di un ambiente efficiente, sano, ecosostenibile. Così non è stato, specie negli ultimi anni. C’è, da parte della politica emergente, la consapevolezza unanime che il Territorio va difeso e salvaguardato, non rubando altro terreno all’agricoltura, puntando alla differenziata totale e dotando il territorio di tutte le sottostrutture idriche e fognarie? Questa Città deve recuperare velocemente il suo ruolo-guida nel contesto della Sibaritide, perchè il drammatico scioglimento per insinuazione mafiosa ha significato la revoca, o il rallentamento, di consistenti finanziamenti, strategici per il Territorio, ma ha anche azzerato la vecchia classe politica, uscita sconfitta da ogni recente tornata elettorale. Oggi Corigliano non ha rappresentanti istituzionali eletti nelle varie istanze superiori, siano esse regionali o nazionali. Solo se la Città saprà uscire dal pericoloso vortice di mafiosità in cui è finita, allora riuscirà a recuperare il suo ruolo-guida e tornerà ad essere territorio in cui vale la pena investire. Anche di ciò deve discutere la nuova classe politica, che sarà selezionata dalle prossime elezioni amministrative, assumendo la legalità come vero strumento di affrancamento, di civiltà e di vera democrazia.
Vincenzo Casciaro Responsabile CGIL Area Urbana