Il patronato Epas di Schiavonea, sequestrato lo scorso mese di ottobre nell’ambito dell’operazione denominata “Senza terra”, è stato dissequestrato. Il provvedimento è stato adottato lo scorso 8 maggio dal Gip presso il tribunale di Rossano, Letizia Benigno, ed eseguito materialmente martedì scorso.
Questo ulteriore provvedimento emesso dal giudice Benigno, va ad affievolire ulteriormente la posizione dell’indagato numero uno di quella maxioperazione, il sindacalista e consigliere provinciale ex Udc coriglianese, Antonio Carmine Caravetta. Ricordiamo che il titolare dell’inchiesta, il pm Vincenzo Quaranta, aveva chiesto di mantenere il provvedimento di sequestro della sede di quel patronato che, secondo gli inquirenti, era stato un po’ il fulcro della vasta ed articolata presunta attività truffaldina posta in essere da alcune cooperative di braccianti agricoli nei confronti dell’Inps. Il Gip Benigno avrebbe deciso di far togliere i sigilli alla sede di via Degli Ulivi a Schiavonea, proprio perché dagli elementi in suo possesso non sussistevano più i presupposti affinché il sequestro potesse ancora protrarsi. Secondo la Benigno nessun dato sarebbe stato elaborato con riferimento al numero dei braccianti assisto dall’Epas di Schiavonea, distinguendo gli stessi per cooperativa di provenienza; così come, a giudizio del Gip, nessun dato sarebbe stato elaborato con riferimento al numero complessivo delle pratiche Epas disconosciute dall’Inps, tutto ciò avrebbe di fatto impedito di poter avviare un raffronto tra il numero di pratiche andate a buon fine con quelle disconosciute. Come detto di fatto i sigilli sono stati tolti alla sede di Schiavonea martedì scorso, anche se in quella circostanza gli agenti della polizia tributaria di Cosenza nel consegnare le chiavi al responsabile regionale della Fna-Epas, Mario Smurra, hanno proceduto a prelevare cinque computer che dovranno servire per effettuare ulteriori indagini in ordine all’inchiesta. Come si accennava questo provvedimento del Gip Benigno va ad affievolire la posizione nell’inchiesta del consigliere Caravetta, che lo ricordiamo dal dicembre scorso è tornato in libertà senza alcun vincolo giudiziario, tenuto conto che ha potuto riprendere anche l’attività politica.
Giacinto De Pasquale