In questi giorni, con riferimento alla Campagna Elettorale, tanto sul BLOG quanto in giro per la Città, ne leggiamo e ne sentiamo “di cotte e di crude”( e quasi sempre, solamente, sul conto del dott.Geraci)! Tra queste, oltre alla ormai famigerata polemica, sollevata, artatamente, da abili ed esperti della comunicazione ma da incompetenti e inconsistenti politici-politicanti (che ambiscono pure ad essere eletti nelle Istituzioni comunali), a mo’ di polverone politico,
riguardante il pettegolezzo del “patto” stretto da Geraci con Dima, ho sentito e letto della proposta, fatta da un utente-cittadino (mister “G”), rivolta, con una sottile “malizia” di fondo, al candidato Giuseppe Geraci, e cioè quella, che, quest’ultimo, in caso di elezione a Sindaco, rinunciasse all’indennità spettante al Primo cittadino.
Ergo: non facciamo ridere i Polli con queste “trovate” dell’ultima ora, che, tra l’altro non portano da nessuna parte! Detto questo, e tralasciando l’aspetto banale della proposta, prendendo la siffatta “idea” con un po’ di serietà, oserei dire: siamo all’assurdo! E l’assurdo, in matematica (ma è una “figura” utilizzata anche in filosofia) è un procedere per ipotesi; utilizzato per dimostrare, col calcolo aritmetico o col ragionamento logico, l’infondatezza del punto iniziale dello stesso procedimento, e cioè per svelare come l’ipotesi (originaria) sia errata (o errante) nel suo assunto concettuale.
Nella fattispecie, è palese, a mio avviso, il fatto che “quella” proposta, fatta dall’utente-cittadino in quell’articolo apparso in questa sede (firmato da Mister “G.”, cioè quei soliti gentlemen “X” che scrivono le solite baggianate), sia un modo di procedere strumentale e demagogico, e quindi non realmente finalizzato a cercare il “bene” della collettività, non indirizzato a proporre qualcosa che avesse a che fare effettivamente con il benessere sociale della Comunità, ma, rivolto, invece, solo e unicamente a innescare qualche elemento polemico (e polemizzante), magari facendo, come ha fatto il tale (Mister “G”) in questione, leva su quel populismo spicciolo e sciocco che vige in questi tempi di anti-politica, per favorire questo o quell’altro candidato a discapito proprio dello stesso “soggetto” al quale ci si rivolge con l’invettiva, ovvero del candidato Geraci. Vecchie tecniche-tattiche comunicative, queste, che tutti, “storicamente” conosciamo bene!
Per uscire dalla vena populistica (di quella “proposta”), per stare ai fatti, per mantenerci a quel rigore logico che animano le discussioni positive e obiettive, bisogna osservare che i cc.dd. padri costituenti, che hanno “scritto” la Costituzione, quella Carta costituzionale, materiale, che spesso è citata e/o riverita a secondo del proprio “tornaconto” e della propria convenienza (politica), e quindi è “buona e bella” quando sembra andare incontro a delle (proprie) singolari “prospettive”, è “male e cattiva” quando invece sembra andare nella direzione (altra e) opposta a quella che è lo specioso interesse (politico); ritengo che, le persone che si rendono protagonisti di queste insolite “considerazioni”, con questo (“assurdo”) modo di procedere, di fare e di comportarsi ambiguo o, se vogliamo, fuori da ogni logica, siano le più nocive per la Società.
Ancora un’altra considerazione: se un cittadino, solitamente un politico che ha un percorso partitico, viene eletto Deputato o Senatore della Repubblica italiana la Costituzione, come credo che sia giusto essere, prevede che alla fine di tale “mandato”, lo stesso, riceva una pensione per il resto della sua vita; e se è così ci sarà un valido motivo. Vedete, sarebbe fin troppo facile e quindi fuori luogo dire che questo non è giusto, che è scorretto verso gli altri comuni cittadini, verso la “massa”. Difatti, i padri costituenti, sapete perché hanno fatto ciò: non per conferire un privilegio specioso a uno di “loro” ma per garantire la onorabilità e il decoro, attraverso questo “meccanismo”, del Parlamento e quindi della Nazione e dello Stato. Perché gli ex Parlamentari, anche quando non sono più in carica, conservano il “titolo”, onorario, giacché continuano a rappresentare, se pur in inattività, lo Stato. Da qui l’esigenza di permettere, attraverso la “pensione”, all’ex Parlamentare una vita dignitosa, per il resto della sua vita, e all’altezza del decoro che le Istituzioni devono sempre mantenere e osservare.
Ma queste “proposte maliziose”, come detto, non hanno nessun sussiego, nessuna portata ideale, se non quello di generare “acredine” verso il “nemico” da abbattere e fermare a tutti i costi, nella fattispecie, verso il solito candidato, cioè il dott. Giuseppe Geraci.
La Città, e l’ho detto già in altra sede e altre volte sempre su questo BLOG, in questo particolare momento storico, ha bisogno, più che mai, di essere amministrata; e dunque di essere “guidata” da politiche vere, concrete e lungimiranti, finalizzate a sospingerla verso mete certe; di essere orientata verso mete di sviluppo che gli garantiscano certezze amministrative e benessere civile, sociale e, dunque, produttive di quel benessere politico-economico, sociale e reale per tutti.
La demagogia, la demonizzazione dell’avversario politico, la mistificazione dei fatti, il parlare tanto per dire, oggi più di sempre, è qualcosa di dannoso, oserei dire e definirlo un “fare” obbrobrioso.
E’ da anni ormai che questa Città è impantanata in quell’immobilismo amministrativo (o, ancora di più, dis-amministrativo) che l’ha fatta ripiegare su se stessa; è da tanto, troppo, tempo che questa Città vive nell’incertezza amministrativa (leggasi instabilità politico-amministrativa); è da decenni che questa Città vive nella superficialità di chi si avvicenda ad amministrarla. Tutti questi elementi, uno per uno e tutti insieme, l’hanno resa come una Entità che sembra essere senza più futuro, senza più certezze, senza più un’anima, senza più alcuna speranza, quasi senza vita.
Ci rendiamo conto o no, del fatto, che per questa Città sono passati un sacco di “treni”, in termini di progettazione, di sviluppo, di “cura” amministrativa, se vogliamo di finanziamenti, di fondi, e quindi della realizzazione di nuove opere pubbliche, e quindi di un maggior sviluppo urbano, e quindi di una maggiore vivibilità della dimensione urbana (sociale e comunitaria), che non abbiamo preso? Quanto tempo ed energie preziose, a causa di una precaria “guida” amministrativa in seno alle Istituzioni comunali, per demerito e colpa esclusiva della governance, abbiamo fino a oggi perso come Città?
Quante attività economiche ci sarebbero potute essere in più, rispetto a oggi, se i nostri amministratori passati, invece di chiudersi nella loro maledetta miopia politica, tramutatasi di volta in volta in egoismo, in cinismo, in impassibilità, in quello che definirlo come becero personalismo volto solo al raggiungimento del proprio tornaconto personale e all’incoronamento della propria particolare ambizione, non ci si sbaglia, avessero operato con puntualità, con solerzia e lungimiranza?!
Quanta gente, rinvigorita da un’azione amministrativa virtuosa, avrebbe potuto re-investire i propri introiti, o il proprio tempo, le proprie energie vitali, nel nostro territorio, offrendo nuove prospettive e nuovi orizzonti alla Città e ai suoi figli? Quanto ordine, quanto verde, quante piste ciclabili, quante isole pedonali, quante strade nuove e quant’altro oggi si sarebbe potuto realizzare?!
Invece no, niente di tutto ciò: niente di niente e sempre niente. Anzi tutt’altro. I nostri amministratori non solo hanno prodotto, con la loro deleteria “azione” il fallimento politico-amministrativo, ma hanno sporcato il buon “nome” della Città!!!
Vedete, il nostro tempo, quello sociale-plitico-amministrativo è passato all’insegna del pressapochismo, della nullità, dell’immobilismo, come se tutto ciò fosse la “nostra” reale “dimensione” comunitaria. Ma non è così, la nostra dimensione culturale e comunitaria non è questa! Parla la storia, lo dice il nostro passato che non è così.
E allora, vedete, chi sta fermo, chi non prende i treni che passano, chi non è “accorto” verso il proprio futuro, non solo non progredisce ma regredisce dalle proprie “posizioni”, da quelle mete conquistate con sudore nel tempo passato, cioè si regredisce dalla stessa vita, si muore.
Allora se siamo consapevoli di tutto questo, se avvertiamo nella propria coscienza, di cittadini, di elettori, di genitori, di figli, se siamo consapevoli che alle nostre spalle, questo Popolo, da sempre costituito e animato da gente operosa, laboriosa e generosa, ha una tradizione e una storia gloriosa, alimentata da un agire sano e virtuoso che non ha mai lesinato energie per conquistare mete di maggiore benessere e di civitlà; da sempre sospinta avanti, in questo agire virtuoso, oltre i confini territoriali, nella scena nazionale, da illustri figli di questa terra e che hanno portato in alto il nome di Corigliano, dobbiamo determinarci di conseguenza, apportando il nostro impegno etico, il nostro contributo civile e sociale, operando per la “scelta” giusta: votando il 26 e 27 maggio la persona giusta, il consigliere che maggiormente può esprimere un’ideale (idea) di Città, votando per il candidato a Sindaco che può essere all’altezza di questo gravoso e oneroso “ruolo” amministrativo che la Città esige.
Perché solo con un Sindaco capace, che sia rigoroso nel suo agire, che sia vigoroso nel suo determinarsi, che sia animato, nella sua azione amministrativa, da un grande senso etico-morale-politico, Ideale, può finalmente ridare un “sorriso” a questa Città, risollevandola dal baratro in cui è stata cacciata da quel tempo che non ha vissuto, da quel tempo che non è (e non era) il suo, e uscire, così, da quella dimensione in-urbana, quasi in-civile, certamente im-politica, che, ormai, da troppi anni sembra essere il suo destino.
Personalmente, da tempo, vado dicendo che quella del Sindaco è una carica ricoperta dalla persona, e la garanzia per una buona amministrazione è votare, come ho già detto in altre occasioni, specialmente in questo delicato e particolare momento storico, il candidato che ha maggiore capacità, che ha maggiore “esperienza amministrativa”, e per questo, e solo e solamente per questo, ritengo che votare l’ex sindaco Giuseppe Geraci sia la “scelta giusta” (cui accennavo qualche riga più sopra); credo che il candidato Ideale a fare il Sindaco sia proprio questi, Geraci; anche perché sarà il Sindaco che garantirà, nella sua persona, il buongoverno, la buona amministrazione della Città e l’osservanza di un agire etico capace di dare nuovo “slancio vitale” alla Città di Corigliano.
Questo è il vero amore per la Città; questo è l’amore di cui la Città ha veramente bisogno, questo è l’amore, che, nel corso del suo “mandato” istituzionale, il Sindaco Giuseppe Geraci (avete letto bene, non ho sbagliato, perché ritengo che questa sia una esigenza più che una prospettiva per Corigliano) darà nello svolgimento delle sue “funzioni”!
E solo chi ha altri interessi, solo chi trascende la realtà, solo chi non ha contezza del “luogo” in cui ci ri-troviamo, può dire che queste considerazioni sono fuori luogo, che sono partigiane, o settarie, o, ancora più, che sono fatte e rese, in questo modo, per l’incoronamento di un tornaconto personale.
Chi mi conosce sa bene, come ho già detto in passato e altre volte, che non aspiro né a poltrone, né a incarichi, né a null’altro che non sia quello di vedere questa Città recuperare la propria vita, la propria “identità”, la propria “redenzione”!
Ermes