L’altra sera allo Scalo, lunedì scorso, si è tenuta la prima uscita pubblica dinanzi alla città di Corigliano, del candidato a sindaco Giuseppe Geraci tenendo il suo primo pubblico comizio in piazza Valdastri.
Tante le attese della sua stessa coalizione ma anche dell’elettorato che guarderebbe con simpatia a tale prospettiva di voto, giacché essendo un ex amministratore, un ex parlamentare, uno che ha già avuto (nel bene e nel male) un ruolo importante per la storia di questa città, come è normale che sia, suscita sempre una certa curiosità, una certa attenzione nell’ambiente politico, nella cittadinanza tutta.
Anche io, da cittadino, ho partecipato a quella manifestazione con questo spirito. Ma niente di nuovo sotto il sole. Poca la gente, scarna la piazza, pochi gli argomenti; qualcosa che in gergo si definisce come una manifestazione non riuscita: un mezzo flop appunto.
La manifestazione ha visto salire sul palco due soli relatori: l’avvocato Franco Oranges e, appunto, l’On. Giuseppe Geraci. Chi si aspettava un discorso programmatico, ricco di proposte e idee per porre soluzioni al disagio politico, amministrativo, sociale, economico, urbano, è rimasto molto deluso.
Franco Oranges, che tra l’altro è il portavoce dell’On. Geraci, si è soffermato, sostanzialmente, nella sua introduzione, sul perché Geraci si è nuovamente ricandidato a Sindaco della Città. Lo ha fatto a suo modo, con la passione e la verve che contraddistingue da sempre il suo “parlare politico”. Niente di più, non una parola su quello che può essere il futuro progetto di governo della città.
Poi, dopo questa introduzione, è toccato fare il “punto” politico al candidato a sindaco Giuseppe Geraci. Ma oltre la solita obsoleta retorica, ricca di riferimenti storici ma povera di contenuti “reali” e programmatici sul futuro della città, solo la mera critica difensivista, quasi a mo’ di vittima politica, per ciò che la città mormora sulla sua “nuova” candidatura a sindaco.
Quasi che i cittadini dovessero votare il candidato Geraci sulla “fiducia”: della serie votatemi che poi me la vedrò io. Ma questi tempi sono passati. Anche perché Geraci non è più un «verginello» della politica, essendo questa la sua terza ricandidatura di fila, e la quinta se consideriamo i mandati svolti prima di andare a “fare” il Parlamentare.
Personalmente credo che il flop di quella prima uscita pubblica sia da attribuire a più elementi, che mescolati tra loro fiaccano questa sua ulteriore prova di arrivare al Municipio.
Nella fattispecie, Geraci, paga lo scotto di ripresentarsi, dopo le sconfitte del recente passato, nuovamente come candidato a sindaco, e questo atteggiamento dà l’idea di uno che a tutti i costi vuole andare al Potere; la non trasparenza delle liste a suo sostegno, ovvero il fatto che “camuffano” dietro il “cartello” delle liste civiche l’alleanza con la ex maggioranza uscente a “guida” Straface; il fatto, dunque, che davvero non ha rassegnato le proprie dimissioni, nella scorsa consiliatura, per fungere da stampella politica alla compagine politica uscente. E poi, ancora, c’è la sua non credibilità politica, poiché si allea oggi con chi ha criticato ieri; senza dimenticare il suo opportunismo politico saltando da una parte all’altra in nome del potere.
Tuttavia, opinione sempre più diffusa nell’ambiente politico e cittadino è che con cinque liste al suo sostegno partiva come favorito per la vittoria finale, ma poi il “patto segreto”, così come viene definito da più parti, con Dima e la ex maggioranza politica della Straface, inficia le sue reali possibilità di arrivare vincitore al traguardo finale. Non per nulla la sua parabola discendete è iniziata già da un po’, dal momento che le sue liste, che celano quell’”accordo” politico, sono diventate di pubblico dominio.
G.C.