Amareggiato per l’atteggiamento dell’amico Battista Genova, deluso per l’atteggiamento autolesionista del Pd che di fatto ha impedito l’unità del centrosinistra. Non usa mezze parole, Giovanni Leonino, il professore candidato a sindaco con Nuove risorse già a fine gennaio, ma che alla fine si è ritrovato fuori, ed anche in maniera clamorosa, dalla competizione elettorale di fine maggio. A distanza di una settimana dalla “notte dei lunghi coltelli” incontriamo Leonino per farci raccontare la sua verità su quanto accaduto.
“Tutto avviene – afferma Leonino – nella tarda serata del 26 aprile, cioè ad una manciata di ore dal termine ultimo per consegnare le liste. Devo fare però un doveroso passo indietro, perché qualche giorno prima io e il candidato di Corigliano bene comune, Giovanni Torchiaro, ci siamo incontrati con l’ex sindaco, Armando De Rosis, indicato come il probabile candidato di superamento, necessario a far ricompattare il centrosinistra. Ed in quella circostanza De Rosis disse con molta decisione che lui non era disposto a candidarsi. Ebbene – prosegue Leonino – la sera del 26 aprile, Genova su indicazione di Pacenza, mi fa sapere che De Rosis era tornato in campo e quindi era necessario che il sottoscritto facesse un passo indietro. A quel punto quelle notizie le interpretavo come una bufala bella e buona, perché, conoscendo la serietà di Armando De Rosis, mi pareva strano che qualche giorno prima avesse rifiutato, per poi fare marcia indietro 13 ore prima della presentazione delle liste. A quel punto ho detto di no e quindi Area Democratica ha preferito abbandonare il nostro percorso. Venuto meno, in maniera sconcertante lo ripeto, l’appoggio di Ad, a quel punto tutto il progetto messo su da noi in questi mesi è venuto meno, da qui la decisione di non prendere parte alla competizione”. Eppure il venerdì 26 tre erano le liste pronte per appoggiare Leonino, ma rotti i rapporti con Ad, è venuto meno il progetto “A quel punto – sottolinea Leonino – non aveva senso una mia candidatura, in quanto potevo candidarmi in quanto c’erano quelle forze che avevano deciso di sostenermi, altri percorsi li ho visti inutili, anche perché io non vedevo questa necessità di candidarmi, dopo avere subito questa ingiusta ed ingiustificata mortificazione da parte di Genova e di Area democratica”. Ma Leonino sente di dire qualcosa anche al Pd: “L’atteggiamento tenuto in questi mesi dai dirigenti del Pd – afferma il professore – è stato assolutamente scorretto, non solo nei miei confronti quanto nei confronti di quelle forze che mi sostenevano. In caso di sconfitta alle prossime elezioni, il Pd dovrà recitare il mea culpa per avere calpestato, in maniera ingiustificata, gli accordi della carta d’intenti che prevedevano, tra l’altro, lo svolgimento delle primarie”. E poi Leonino si chiede dove siano finiti i leader locali del Pd, i quali hanno preferito defilarsi invece di candidarsi. Nel ringraziare tutti coloro che gli avevano dato un sincero sostegno, Leonino mostra disponibilità a collaborare con quei giovani che vorranno impegnarsi in politica, Corigliano ha bisogno di forze fresche ma anche preparate e attente.
Giacinto De Pasquale