Le condizioni di degrado sociale, economico e culturale della città e del territorio anche in questa tornata elettorale giocheranno a favore di chi dispone di ingenti risorse economiche ed umane.
Per i vari potentati locali tali condizioni rappresentano il terreno fertile per fare il pieno di voti e come sempre l’amministrazione e gli uomini che usciranno eletti dalla consultazione elettorale non saranno il riflesso dei problemi della città, bensì un governo comprato, estraneo che non potrà dire di essere stato eletto da un voto libero o di opinione e per questo, il prossimo sindaco e con esso l’amministrazione eletta saranno fortemente condizionati e con radici abbarbicate agli interessi delle categorie scese in campo, saranno preda dei mille veti e dei variegati interessi delle categorie infiltratosi nelle liste con il consenso dei partiti e di alcuni movimenti. Una volta eletti, siano loro direttamente o i loro parenti più vicini: fratello, nipoti, moglie o figli, avranno un ruolo determinante nel cammino del prossimo sindaco e della sua squadra. Vedremo la solita vecchia fotografia di gruppo, sbiadita, riciclata e conservatrice, incapace di farsi portavoce della realtà anche se qualche “big” per decenza e per evitare una figuraccia agli occhi degli elettori ha ritenuto opportuno non scendere in campo, comunque non illudiamoci saranno sempre presenti e più di prima il loro ruolo sarà determinante nelle decisioni politiche.
Il nostro movimento, pur non essendo presente con candidati propri alla competizione elettorale, con il coraggio di sempre esprime le proprie perplessità e l’occasione migliore è stata la riunione tenutasi il primo maggio in via Valente sito nel borgo antico. Nella riunione, si sono affrontati ed analizzati in particolare i fattori che condizionano i coriglianesi nello scegliersi liberamente i propri rappresentanti politici alla guida della città, oltre a questo si è discusso delle condizioni di sudditanza dei tanti lavoratori e dei tanti giovani preda del ricatto chiamato lavoro che ben determinati soggetti esercitano.
Al primo posto, esposti a vessazioni e ricatti sono i lavoratori del settore agricolo, i cosiddetti braccianti agricoli pressati dai tanti imprenditori” i cosiddetti commercianti di arance e non solo” in questi giorni impegnati a censire i lavoratori, le loro famiglie ed i loro parenti. Non deve stupire se questi o chi per loro: fratello, figlio o nipote arrivano a pretendere anche il numero della sezione in cui si esplica il voto. Le armi di ricatto sono sempre le stesse: il lavoro, anche se male retribuito ma diciamo sempre un lavoro in questo territorio che non offre niente.
Seguono i tanti lavoratori precari occupati nel settore della grande e media distribuzione alimentare: supermercati e loro derivati.
A seguire il settore delle concessionarie automobilistiche che tra le sue fila conta un numero ragguardevole di lavoratori e lavoratrici sottopagati. Oggetto di particolare attenzione in questi giorni, sono anche i lavoratori che operano nel mondo dell’associazionismo, del volontariato e delle cooperative, anch’essi partecipi a veicolare il voto, in particolare il voto di quegli immigrati regolari che fino ad ieri maggiormente confluivano verso quella area politica che si rifà ad Area democratica, costola del Pd ed oggi fuori dalla competizione elettorale.
Poi vi sono i costruttori edili, che nonostante la crisi del settore causa la grave crisi economica, il surplus delle abitazioni e la stretta creditizia da parte delle banche esercita ancora un ruolo rilevante nel condizionare e veicolare il consenso elettorale, le vittime sempre i lavoratori del settore e con loro le loro famiglie lasciate orfane anche dalla sinistra se si esclude Vendola.
Una parte non indifferente, la fanno i sindacati, i sindacalisti, i titolari di patronati e dei tanti CAF. Da questo modo clientelare certamente la politica, i partiti se ne avvantaggiano e ne incamerano i frutti al pari in dei tanti improvvisati faccendieri. I metodi, sempre gli stessi: diritti fatti passare per piaceri personali, come pratiche INPS, assistenza sindacale, dichiarazione dei redditi ecc. tutte queste pratiche alla fine oltre a comportare introiti per il mondo sindacale e personale dovranno anche legalizzare la richiesta ingiusta del VOTO che gli addetti pretendono come fosse un diritto acquisito.
L’altra anomalia, mai voluta estirpare: I medici di famiglia che con pratiche al limite della legalità fanno anch’essi il pieno di voti per se stessi o per i loro nipoti. I metodi: certificati medici quasi sempre rigorosamente gonfiati o addirittura falsi che vanno ad alimentare quel sistema corrotto afferente a pratiche INPS. Questo sistema inquinato ed accettato quasi da tutti, in passato ha permesso a tanti di ingrassarsi sia a livello politico che economico, ma hanno fatto di più, hanno contribuito a mettere in cattiva luce agli occhi della società i diritti di quei tantissimi lavoratori e lavoratrici che effettivamente nei campi, sotto il sole cocente sudano le cosiddette sette camice.
Movimento Centro storico: Un progetto per non morire
Giorgio Luzzi