Fornire delle subdole analisi-ricostruzioni politiche, come quella che il segretario dell’Udc cittadino ha espresso in questa sede a proposito degli ultimi anni di vita politico-amministrativa della Città di Corigliano, “lontane da ogni limite del vero”, infarcite da tendenziose considerazioni che sono lontane da ogni verità, animate soltanto da un capzioso tentativo di riscrivere a proprio piacimento la storia e i fatti realmente accaduti in quegli anni,
con l’obiettivo, vero ed esclusivo, di delineare, agli occhi della pubblica opinione, un’altra storia, diversa da quella reale, è un atteggiamento-determinazione che offende la coscienza della verità, di quella verità che i cittadini tutti ne sono in pieno possesso.
L’Udc in questi anni ha assunto delle scelte e delle condotte politiche deleterie per le sorti della Città. E questo già a partire dal 2001 (allora si chiamava Ccd-Cdu, ma le persone che lo costituivano erano sempre le stesse) quando ha fatto saltare, in nome della propria ragion d’essere, la candidatura a sindaco del Prof. Tonino Fino. E poi ha proseguito, su questa falsariga “egocentrica” nel 2006. Ma questo è un altro discorso.
Cercare una “riabilitazione” politica in vista delle prossime elezioni, tentando di affrancarsi da quelle precise responsabilità politico-amministrative, che ricadono (in gran parte) proprio in capo all’Udc, palesa il fatto, che, quelle stesse responsabilità, sono più vive che mai.
In questa Città bisogna finirla col parlare e sparlare degli altri, ma bisogna che ognuno si assuma le proprie responsabilità. E mi fermo qui, senza aprire la discussione sulle oggettive responsabilità politiche che l’Udc porta sul groppo per quanto riguarda lo scioglimento e il relativo commissariamento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose.
Tuttavia, entrando nel merito, occorre dire che il prof. Armando De Rosis, per chi vuol far finta di non conoscerlo, non è un cittadino qualunque, ma è una persona (molto) “perbene” e garbata per quanto riguarda l’aspetto umano e morale, ed è un uomo molto colto e preparato per quanto riguarda l’aspetto culturale e intellettuale.
E questo per dire che politicamente parlando il De Rosis non è uno sprovveduto, come oggi invece lo si vorrebbe far passare. La politica, il prof. De Rosis, l’ha sempre masticata sin da quand’era un giovane studente universitario. E non è esatto, dunque, affermare che nel 2006 egli è rimasto vittima e prigioniero delle sue “idee radicali” come, oggi, maliziosamente, autonomamente, falsamente, disinvoltamente si vuol far credere. E questo per il solo fatto che a livello locale, questa presunta “radicalità” ideologica non esiste. Se poi, con questo aggettivo-asserzione si fa riferimento al fatto che voleva riportare “ordine” ed “eticità”, in quel (e questo “singolare”) modus operandi della politica, allora possiamo ben dire che in questo era davvero radicale.
Armando De Rosis, come ho scritto già l’altra volta, è una di quelle persone di cui la città è fiera e orgogliosa di averlo come suo figlio, e nel (breve, limitatissimo) periodo in cui ha fatto il Sindaco, nell’allora Consiglio comunale ne ha dovute sentire e sopportare di tutti i colori; e questo certamente non per bocca dell’allora consigliere comunale Giuseppe Geraci che oggi, dal leader dell’Udc, con un tentativo maldestro di “revisionismo” politico, che riguarda gli ultimi dieci anni della città, si tenta di dipingere come il fautore di “qualcosa”, di un atteggiamento politico, che non è nella sua cultura, nel suo modo di intendere il ruolo istituzionale.
E se vogliamo entrare nelle pieghe di quei consigli comunali e di quelle vicissitudini, se vogliamo dirla tutta, anche l’allora consigliere Giuseppe Geraci dovette subire i “veleni” politici di alcune frange interne all’Udc, con il quale lo si attaccava, più o meno apertamente, per la linea morbida e responsabile, di “apertura”, che aveva assunto nel corso di quell’esperienza. Invece c’era chi, in quegli anni, in quel tempo, già guardava alle prossime elezioni, preparando la propria ascesa al potere politico. E poi, maledettamente, oggi, abbiamo visto con quale esito per la città.
Ermes