Nei giorni scorsi, così come avevo avuto modo di riferire nel recente passato, ho provveduto a presentare presso la locale Compagnia dei Carabinieri una querela nei confronti di Carlo Gariglio, direttore responsabile del sito istituzionale www.fascismoelibertà e del giornale “Il lavoro fascista” organo ufficiale del Movimento Fascismo e libertà. Chi non ricorda le accuse che Gariglio indirizzò nei confronti del sottoscritto attraverso una nota stampa con la quale offendeva, al di là dell’aspetto squisitamente politico, il sottoscritto proprio sotto il profilo personale.
Nella querela del 22 marzo scorso ho messo in evidenza come nel 1991 anno di fondazione del Movimento Fascismo e libertà, da parte del sen. Giorgio Pisanò, il sottoscritto fu tra i soci fondatori e fu nominato anche Coordinatore per la Calabria. Ciò a dimostrazione del fatto che il sottoscritto si è sempre esposto in prima persona per la buona riuscita politica del movimento sopra indicato. Nel corso degli anni il sottoscritto sempre ammirato e promosso dagli appartenenti al partito, si è sempre distinto per assiduità e per la fermezza con la quale ha portato avanti eclatanti azioni giudiziarie finalizzate a reprimere episodi criminosi e d’inciviltà che manifestavano nel territorio calabrese. Ho voluto, inoltre, precisare che nel corso degli anni, a seguito della morte del sen. Pisanò, avvenuta nel 1997, il partito è stato vittima di un tentativo di golpe da parte di alcuni tesserati tra i quali lo stesso Gariglio, i quali hanno cercato di destituire i vertici del partito. Sta di fatto che a seguito di questo tentativo di destituzione il Gariglio, ha messo in giro una voce secondo la quale il sottoscritto sarebbe stato espulso dal partito “Fascismo e Libertà”. Sta di fatto che al sottoscritto non gli è mai stato notificato alcun documento, inviato dal partito, con il quale mi si comminava il provvedimento disciplinare dell’espulsione. E’ giusto il caso di rappresentare che l’espulsione dal partito, costituendo un provvedimento disciplinare applicabile dal Congresso degli iscritti, deve avere, a pena di nullità ed inesistenza del provvedimento medesimo, la forma scritta anche per consentire l’esercizio del diritto di difesa costituzionalmente garantito, anche per consentirmi, come prevede lo Statuto del Movimento, di poter presentare ricorso avverso il provvedimento alla Commissione disciplinare.
Ma le offese personali e le calunnie nei miei confronti profferite dal Gariglio sono facilmente riscontrabili sul giornale “Il lavoro fascista” di cui lo stesso è direttore. In questo foglio mi dipinge come mafiosetto, espulso dal Movimento perché avrei partecipato ad un tentativo di golpe nel 1998 insieme a Lorenzo Valle.
Di fronte a tutto ciò, ma soprattutto per restituire verità ai fatti ed alla storia del Movimento Fascismo e libertà ho querelato Carlo Gariglio, ed in attesa che la giustizia faccia il suo corso mi preparo, come avviene ormai dal 1993 a presentare una lista del Movimento alle prossime elezioni comunali di Corigliano.
Livio Stefani
Coordinatore Territoriale del Movimento Fascismo e Libertà
Corigliano Calabro 13.04.2013