La fase preparatoria delle elezioni amministrative del 26 e 27 maggio, a Corigliano, si sta rilevando un vero flop, in particolare per quei partiti che avrebbero dovuto fare sintesi delle forze sane della Città, contro la degenerazione della politica in mala politica, che ha portato il territorio e le Istituzioni comunali ad un livello di crisi mai toccato nella nostra storia repubblicana.
Infatti, proprio quei partiti, che, più di altri, avrebbero dovuto permettere la partecipazione dei cittadini perbene al dibattito politico si sono arroccati nelle loro pseudo-ideologie e nelle solite lotte intestine, negando, persino ai loro iscritti, il diritto alle primarie per la scelta democratica del candidato a Sindaco, e proponendo, alla fine, candidati espressione di fazioni, o cosiddetti “di superamento”. L’ennesima occasione persa per molte energie giovani, da sempre soffocate dalle gerarchie partitiche, e impossibilitate ad esprimere candidature significative dal punto di vista generazionale e della novità culturale.
Chi scrive si è impegnato, in prima persona, come Consigliere Comunale, nei fatti e non a parole, contro quella mala politica cui prima si faceva riferimento, e aveva paventato la fragilità della tanto sventolata carta d’intenti, provando anche a chiedere ai partiti firmatari una riflessione allargata ad altre componenti rappresentative della Città, ma ricevendo risposte che definire incivili è poco, nella migliore tradizione della politica da “strapaese”.
In questi ultimi mesi, inoltre, abbiamo assistito ad un ipertrofico e confusionario moltiplicarsi, incontrarsi, associarsi (per poi dissociarsi) di movimenti civici, molti dei quali, privi della necessaria visione politica, hanno, comunque, autocertificato la propria idoneità a risolvere i problemi della Città, senza inquadrare le motivazioni alla base del loro impegno in una chiara e necessaria contestualizzazione e programmazione amministrativa: in alcuni casi, addirittura, l’unico dato oggettivo relativo alla loro estrazione politica e sociale è quello della difesa di interessi corporativi, pur legittimi, ma non rappresentativi degli interessi generali dei cittadini.
Infine, non meriterebbe neanche un accenno, se non per completezza dell’analisi, la superficiale dichiarazione di impegno elettorale da parte di partiti promotori dell’ultima maggioranza comunale, senza che questi abbiano ancora chiarito le loro responsabilità politiche e amministrative, o abbiano chiesto scusa alla Città dei loro gravi errori. Ecco perché questa fase preparatoria delle elezioni amministrative è stata un’occasione mancata: ci stiamo avviando, in un clima rassegnato ed artefatto, verso una campagna elettorale che avrebbe potuto segnare la rinascita della vita democratica nella Città di Corigliano e che, invece, si preannuncia ancora più scadente delle precedenti, nei contenuti e nel dibattito. Molto probabilmente, assisteremo a numerosi candidati a Sindaco proporsi ai cittadini, in modo incosciente, come sicuri “salvatori della patria”, in molti casi, senza avere una reale consapevolezza della gravità dei problemi esistenti e degli strumenti e dei tempi necessari per la loro soluzione. Uno scenario davvero sconfortante.
Corigliano Calabro, 30 marzo 2013
Carlo DI NOIA, già Consigliere Comunale della Città di Corigliano Calabro