Ultime battute al maxiprocesso “Timpone Rosso”, teso a fare luce su dieci omicidi e un tentato omicidio consumatisi tra il cassanese e il cosentino, infatti per oggi è prevista l’arringa dell’avvocato Antonio Sanvito, difensore del presunto boss di Rossano, con la quale termineranno gli interventi difensivi, dopo di chè si tornerà in aula il 3 aprile prossimo per le repliche del pm Vincenzo Luberto.
Intanto nell’udienza di ieri l’avv. Marcello Manna, co-difensore dell’imputato Ciro Nigro, ha riferito che per ciò che attiene la posizione processuale di Damiano Pepe riguardo l’omicidio di Giorgio Salvatore Cimino avvenuto il 24 maggio del 2001 a Corigliano Scalo. Per l’avvocato Manna quel giorno Pepe avrebbe un alibi, infatti ha sostenuto il legale quel giorno Pepe si trovava in una chiesa del cassanese a fare da padrino ad una cerimonia di battesimo. Questa circostanza quindi cozzerebbe con le dichiarazioni del pentito Vincenzo Curato, secondo il quale Pepe avrebbe condotto la moto con a bordo Ciro Nigro che sarebbe stato l’esecutore materiale dell’omicidio di Cimino. Anche ieri sono state messe in evidenza le discordanze emerse nelle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia ed è stata sostenuta la loro inattendibilità. Nello specifico, l’avvocato Cinnante ha fatto riferimento ad alcune propalazioni del pentito Vincenzo Curato che, in un primo momento, disse di aver appreso particolari sull’omicidio Acquesta da due persone e, resosi conto che si trattava di due soggetti all’epoca in carcere, poi cambiò versione.
La Redazione