Leggo da più giorni commenti, frutto di considerazioni personali, sull’attuale e futuro mondo politico cittadino per trarne conclusioni che affossano ulteriormente lo spirito combattivo di molti coriglianesi che vorrebbero contribuire a migliorare la vita cittadina. Avrà raggiunto l’elettorato la maturità necessaria per partecipare attivamente al cambiamento di questa città? Sinceramente credo proprio di no.
A tutt’oggi, sono stati offerti pochi temi di discussione e confronto in grado di garantire al lettore una valutazione globale del quotidiano. A tenere banco, invece, è solo la sete di “vendetta” che sprona l’anonimo interlocutore a scaricare sugli altri personali frustrazioni. Certo non è così facile cambiare il corso della vita soprattutto quando si guarda il vicino con l’invidia del perdente. Ho sempre pensato al salto di qualità di questo territorio miracolato solo da madre natura piuttosto che dal saper fare dei suoi amministratori Tutti attendono il cambiamento rifiutando a priori, ogni sorta di dialogo pur se una idea tutti l’hanno già maturata anticipando chi potrebbe ambire alla carica di primo cittadino. Nomi che hanno fatto la storia amministrativa cittadina improvvisamente tornati alla ribalta dopo aver ripulito la propria coscienza politica. L’oblio, insegna la storia, aiuta a dimenticare il passato in modo da garantire facilmente il recupero. Bastano pochi accorgimenti per ritrovarsi ai nastri di partenza di una campagna elettorale povera di contenuti. La mia sarà pure , come qualcuno crede, una corsa inutile, ma ho avuto il coraggio di aprire un dialogo a cui sino ad oggi ha riposto il “cretino” di turno animato solo da tanta animosità che giova ben poco a dare speranza e certezze a questa collettività. Seppure a malincuore è bene ricordare che in questa città si ha paura di uscire allo scoperto, di metterci la faccia per intenderci. Spesso si fugge da un incontro, da una cordiale conversazione, da un impegno pur di soddisfare la sete casereccia del vicino che vi ha additato come occasionale interlocutore dell’inutile.
Giorgio Aversente
un volto nuovo per corigliano
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