Gli argini e gli alvei soprattutto dei fiumi e dei torrenti che bagnano il territorio ausonico da diverso tempo ormai sono interessati da opere dell’uomo che, di fatto, ne minano la stabilità e il normale deflusso delle acque. Più volte situazioni davvero preoccupanti sono state segnalate, ma di concreto nulla è stato fatto.
Poi nel gennaio scorso la piena del fiume Crati che ha sommerso gli scavi archeologici dell’antica Sibari hanno posto all’attenzione delle autorità interessate questo problema e da allora, ed è giusto rimarcarlo, i sequestri e le denunce in materia di reati ambientali si registrano con una cadenza abbastanza frequente. L’ultima segnalazione in questa direzione è di ieri allorquando il personale della Polizia Provinciale di Cosenza appartenente alla sezione Reati Ambientali, durante un servizio mirato alla prevenzione e repressione degli illeciti ambientali, ha accertato, nel comune di Corigliano, la presenza di coltivazioni arboree, in particolare agrumeti già in produzione e manufatti in cemento all’interno dell’alveo del torrente Malfrancato. L’attività investigativa condotta dalla Polizia Provinciale, coordinata dal Comandante, Giuseppe Colaiacovo, ha portato al sequestro dell’area, circa 7700 mq, dopo aver accertato che si tratta di demanio fluviale e che, tra l’altro, è zona di attenzione per rischio d’inondazione, area a rischio R4 secondo gli articoli 21 e 24 del P.A.I. Le indagini condotte dagli agenti hanno portato all’identificazione e alla denuncia di un uomo sessantenne, S. G. residente a Corigliano, responsabile dell’occupazione abusiva dei terreni ed utilizzatore delle costruzioni presenti nell’area. Soltanto pochi giorni fa, fanno notare dalla polizia provinciale di Cosenza, era stata sequestrata dal Nucleo Ambiente della Polizia Provinciale, un’area di 6000 mq lungo lo stesso torrente. Tutto ciò, lo ripetiamo, è solo la punta di iceberg ben più consistente e che investe tutti i fiumi e torrenti che bagnano la Piana di Sibari e che, purtroppo, nel corso degli anni sono stati violentati e piegati alla volontà di personaggi senza scrupoli in quanto a ridosso degli argini, oppure negli alvei, hanno impiantato agrumeti, con ciò creando un grave danno ambientale in quanto quei fiumi o quei torrenti non sono più in grado di garantire il normale deflusso delle acque che vengono convogliate negli stessi. L’augurio che di queste operazioni la polizia provinciale ne ponga in essere con maggiore frequenza.
Giacinto De Pasquale