Continuo a leggere le risposte alle mie puntualizzazioni notando argomentazioni così puerili tanto da indurmi a credere che l’importante è parlare “male” di Giorgio Aversente. I miei insuccessi elettorali, come qualcuno ha ricordato più volte sono tali se rapportati al confronto con i partiti politici che hanno da sempre gestito, a proprio piacimento, l’elettorato di Corigliano.
L’analisi fatta invece dovrebbe rendere merito ad un movimento nato solo pochi anni fa in grado di conquistare consensi ben al di là di ogni più rosea previsione. Un movimento che ha preferito dare voce alla gente piuttosto che frequentare le stanze dei partiti. Forse occorrerebbe conoscere meglio la città con le sue paure, le sue speranze prima di sentirsi “nemo propheta in patria” per giudicare quello che ho fatto nel passato. Non credo poi che le alleanze pregresse abbiano portato davvero vantaggi e voti al nostro movimento alla luce dei risultati ottenuti soprattutto quando strada facendo si è perso il significato di una stretta di mano. Leggo ancora di aver collaborato con le precedenti amministrazioni, evidentemente l’interlocutore ha la memoria appannata dal fascino dei partiti. Credo e la città ne è testimone, che i miei due assessori, poi ritirati, nel loro breve cammino abbiano dato una svolta notevole al benessere della collettività.Invece sono accusato di aver fatto solo danni. Mi farebbe piacere conoscerli. So bene quanto sia, a volte, necessario consegnare la verità all’oblio del tempo, ma un merito credo di averlo conquistato sul campo quando ho fatto partecipe la popolazione di Corigliano ai dubbi su alcune delibere comunali. Leggo anche di non essere riuscito a realizzare il mercato ortofrutticolo, è vero ma il nostro amico dimentica che la fascia tricolore era indossata da un’altra persona. Tutto questo mi fa capire che prima di accettare un confronto è necessario informarsi per evitare cadute di stile che non fanno altro che rafforzare la mia idea che il vittimismo esasperato, per fortuna di pochi coriglianesi, non fa altro che contagiare chi vorrebbe dare a questa città, con il suo voto, un po’ di credibilità.
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