Impossibile rimanere in silenzio quando le parole di chi dovrebbe tutelare il bene pubblico, la nostra salute, i nostri diritti, i nostri posti di lavoro, non fanno altro che devastare ogni possibile costruzione di senso riguardo alla sciagurata situazione dei rifiuti nella Area Urbana Corigliano-Rossano.
Si cerca di coprire in maniera sconsiderata le reali responsabilità di questa penosissima vicenda: l’incapacità delle amministrazioni comunali di creare un piano rifiuti sostenibile e virtuoso, la scelleratezza del commissario straordinario ai rifiuti che in questi anni ha saputo solo proporre di scavare fosse per riempirle della qualunque, i nostri cari assessori regionali e governatori senza occhi per vedere ne bocca per parlare..il tutto con una chiarissima targa politica: PDL.
Si è cercato di screditare e dileggiare centinaia di giovani e meno giovani, ognuno a modo suo, a difesa di quel bene che ancora sfinito tanta disperatamente di resistere: la speranza.
Ebbene agli inviti di qualche vicensidaco, onorevole e consigliere regionale di risolvere l’emergenza rifiuti (per altro ampiamente prevista e posta all’attenzione degli stessi un anno fa) attraverso un simpatico “scordammicce ‘o passat simmi calabres paesà” e attraverso la riapertura della discarica di Scala Coeli, questa volta ho l’onore di rispondere non con parole mie, ma con quelle dell’Assessore Provinciale all’Urbanistica e Governo del Territorio, Leonardo Trento, persona alla quale va tutta la mia stima e tutta la mia riconoscenza.
Per amore della verità, amici del Blog, vi offro le sue parole.
Scrive l’Assessore Provinciale:
In questi ultimi giorni assistiamo ad uscite ripetute e continue dei sostenitori della società privata e quindi dell’apertura della discarica di Scala Coeli. Questo sono, in sintesi, alcuni Rilievi che ostano all’apertura dell’impianto e che sono stati trasmessi al Commissario straordinario per l’emergenza rifiuti Speranza.
1) Il comune di Scala Coeli in data 3.07.2009 ha emesso propria delibera di Consiglio comunale, regolarmente notificata alla Bieco s.r.l. e alla Regione Calabria – nucleo VIA -, con la quale ha espresso il proprio motivato parere negativo alla realizzazione della discarica. A quella data nessuna opera era stata ancora realizzata. Peraltro detta deliberazione del Consiglio comunale di Scala Coeli è stata condivisa, con appositi atti deliberativi, dai Consigli comunali delle altre Amministrazioni del territorio, sia in provincia di Cosenza, sia in provincia di Crotone. A seguito della medesima suddetta deliberazione del Consiglio comunale di Scala Coeli la Commissione Via ha espresso parere negativo alla realizzazione dell’impianto, giusto verbale del 2.10.2009. Successivamente tale parere negativo è stato modificato sulla scorta delle sole controdeduzioni della Bieco s.r.l., senza che il Comune di Scala Coeli fosse avvertito di tale cambiamento e fosse messo nelle condizioni, a sua volta, di poter contro dedurre.
2) I Sindaci del territorio interessato hanno, a più riprese, fatto rilevare una serie cospicua di irregolarità e di abusi. Lo stesso Comune di Scala Coeli ha presentato ricorso straordinario al Capo dello Stato, richiesta di revoca in via di autotutela alla Regione Calabria, ha emesso ordinanza sindacale per occupazione abusiva di terreno comunale e di parte della stradella comunale, nonché ordinanza di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi in relazione ad opere edili abusivamente realizzate dalla medesima suddetta Bieco s.r.l.; tali ordinanze sono state impugnate dalla impresa interessata ed hanno dato luogo a procedimenti innanzi al TAR Calabria, ad oggi ancora pendenti; sui medesimi fatti ad oggi sono pendenti procedimenti penali presso la Procura della Repubblica di Catanzaro, per abuso d’ufficio sulla rilasciata autorizzazione della Regione, e presso la Procura della Repubblica di Rossano, per reati di occupazione abusiva di suolo pubblico e reati urbanistici.
3) Nel merito della questione si segnalano a tutt’oggi: – la mancanza ab origine dei titoli di proprietà da parte della richiedente Bieco r.s.l., solo alcuni dei quali – relativi a singole particella – risultano regolarizzati soltanto a giugno 2012 (in proposito vedasi lo stesso provvedimento emesso dal Dipartimento Ambiente della Regione in data 25.01.2013), senza che ciò abbia comportato il doveroso annullamento dell’autorizzazione; la certificata (ed ammessa dalla stessa Regione Calabria col suddetto provvedimento del 25.01.2013) presenza di importanti coltivazioni DOP, DOC e Biologico che inibisce la realizzazione dell’impianto di che trattasi e che avrebbe, anch’essa, dovuto determinare l’immediata revoca dell’autorizzazione ; a tal ultimo proposito si richiama la nota prot. N. 241929 del 10.07.2012 del Dipartimento regionale Agricoltura che certifica che la discarica in questione ricade interamente nella predetta area protetta; per come certificato dalla Provincia di Cosenza, con verbale di sopralluogo prot. Gen. N. 59955 del 19.06.2012, non sono state rispettate le prescrizioni imposte dallo stesso Ente in sede di AIA. Inoltre, rispetto al richiamato provvedimento del 25.01.2013, emesso dal Dipartimento Ambiente della Regione Calabria, non risulta presso la Provincia di Cosenza – settore Demanio Idrico – la pretesa nota prot. N. 346419 del 19.10.2012, la quale – a dire del Dipartimento Ambiente della Regione – dovrebbe contenere i rilievi, evidentemente ritenuti superati dalla stessa Regione. Così come non risulta prodotta alla Provincia di Cosenza alcuna istanza di concessione di sdemanializzazione delle aste fluviali abusivamente inglobate dalla discarica e, quindi, al contrario di quanto affermato nel provvedimento regionale richiamato (25.01.2013) non è in itinere alcun procedimento di sdemanializzazione.
4) Come noto la discarica in questione, seppure realizzata nel sopra descritto contesto di plurime “violazioni” e discutibili procedimenti amministrativi, non è servita da alcuna strada di accesso, atteso che la strada provinciale di Crotone SP 6, risulta da anni inagibile e interdetta al traffico di qualsiasi genere giusta ordinanza n. 9 del 22.09.2004 della Provincia di Crotone, mai revocata, e che la successiva stradella comunale risulta poco più che una mulattiera che attraversa ben due torrenti e che, pertanto, non è percorribile da alcun mezzo.
Quindi, l’impianto in questione non è in alcun modo utilizzabile, giacché realizzato in palese violazione di legge e non servito da alcuna viabilità. Del resto, se le cose fossero state tutte in regola non si capiscono i motivi per i quali ad oggi ancora non è entrato in funzione.
Non capisco, io come tanti altri, l’ostinazione di personaggi che, finalmente, dopo aver operato per anni nell’ombra, escono allo scoperto, a voler per forza difendere l’interesse del privato in danno dell’interesse del territorio.