Adesso la parola passa alla Commissione straordinaria: o dentro o fuori. O rinunciare all’ufficio del giudice di pace o attivarsi concretamente per far fronte ad una serie di spese come richiesto dal ministero. Dopo il 29 aprile non c’è più appello o scusante. Che fine farà il locale ufficio del giudice di pace ?
A questa domanda, più che legittima, che formulano non solo gli addetti ai lavori ma anche e soprattutto i cittadini, sono chiamati a rispondere gli attuali componenti la Commissione straordinaria che amministra la città. La normativa di riferimento prevede che entro 60 giorni dalla pubblicazione, gli enti locali interessati, possano richiedere e ottenere il mantenimento degli uffici del giudice di pace con competenza sui rispettivi territori, facendosi integralmente carico delle spese di funzionamento e di erogazione del servizio giustizia nelle relative sedi, ivi incluso il fabbisogno di personale amministrativo che sarà messo a disposizione dagli enti medesimi, restando a carico dell’amministrazione giudiziaria unicamente la determinazione dell’organico del personale di magistratura onoraria di tali sedi entro i limiti della dotazione nazionale complessiva nonché la formazione del personale amministrativo. Per ciò che concerne il locale ufficio del Giudice di pace, lo stesso svolge un’attività intensa, che si può così sintetizzare: circa 2000 procedimenti civili pendenti, 500 processi penali in corso; 260 decreti ingiuntivi iscritti, 5 dipendenti ausiliari e 2 Magistrati onorari. La giurisdizione comprende Corigliano e San Giorgio Albanese per un numero complessivo di 45.000 abitanti. Rossano con cinque giudici di pace ha meno contenzioso di Corigliano. Fatto sta che già i sindaci di Cariati, Campana e San Demetrio hanno espresso volontà di mantenimento dell’ufficio, perché Corigliano ancora tarda a comunicare la propria disponibilità? Tutto ciò può essere legato al fatto che il mantenimento dell’ufficio costerebbe al comune troppo in termini economici ? “Il mancato mantenimento del presidio giudiziario – ci dice il dott. Francesco Tocci uno dei due giudici svolgono attività qui a Corigliano – provocherebbe disagi ai cittadini nonchè rappresenterebbe la fine di una storia e civiltà giuridica che questo paese ha conosciuto nel suo passato”.
Fonte Calabria Ora