Giovedì scorso, al Centro d’Eccellenza di Corigliano, arrivato in ritardo, mi è sfuggita l’introduzione ed il preliminare. Ho ascoltato qualche intervento, per la verità, attinenti argomenti usuali e scontati, per lo più legati ad interessi personali, mentre aderisco a quanto relativo alla partecipazione.
PARTECIPAZIONE:
visto la reale scarsa presenza di persone, è ovvio che ci si chieda il perchè? Evidentemente qualcosa non funziona. Una volta si presenziava copiosamente e la partecipazione veniva invocata, ora prevista come essenziale dai regolamenti, di fatto non vi è! Allora cosa fare? E’ esiguo, affermare che c’è un portale internet, dal quale rilevare notizie, visto che non tutti hanno dimestichezza con tale mezzo; anch’io, da tecnico, attraverso svariati sfuggenti ingrandimenti e riduzioni di cartografie, trovo poco controllabile il territorio, che offre più leggibilità se rappresentato“sulla carta”, specialmente se si vuole privilegiare la leggibilità dell’operato. Per tale motivo propongo che l’intera elaborazione venga esposta in una sede a disposizione della cittadinanza (per es. al Centro d’Eccellenza) tale da consentire a chiunque di prenderne visione ed eventualmente annotarsi qualche osservazione.
Dalla mia sfuggente visione del Piano ho colto alcune note.
Premesso che ereditiamo un PRG, la cui redazione ha eluso una pianificazione funzionale, tesa verso un rispetto per i cittadini e il territorio, vedasi:
– il verde attrezzato collocato addirittura sulla spiaggia, nel terreno demaniale, oltre ad essere stato previsto nei dirupi inaccessibili, o all’interno di edifici storici, come nel quadrato Compagna;
– l’assenza delle considerazioni delle vocazioni, connesse agli assi di sviluppo preesistenti, mentre si sono privilegiate scelte, basate sulla rendita fondiaria, come alcune “Zone B”, poste in luoghi ove era assente la volumetria per come prescritto dalla stessa L.1150/42, con edificazione estesa anche alle stesse aree contigue di espansione “Zone C”;
– l’assenza di alcuna considerazione e regolamentazione di realtà agricole, oggetto di riforma agraria, che hanno rappresentato, riscatto sociale ed esodo dal paese verso la campagna, con i conseguenti insediamenti che si sono moltiplicati come Fabrizio e Giannone, con edifici vergognosamente presenti sia nelle aerofotogrammetrie del PRG che in tutte le altre presenti nei vari enti;
– assenza di considerazione anche di zone edificate, poste in centri urbani, composte da edifici pluripiano, lasciate bianche e che l’Ufficio Tecnico considera agricole, vedi l’area tra Viale Salerno ed il porto a Schiavonea, che hanno subito beffa e massima onerosità per regolamentarne le istanze di condono;
– l’espansione prevista e la reale edificazione sovradimensionata conseguita, che ormai ha compromesso anche una seria possibilità di recupero del territorio, il tutto evidente anche ai non addetti ai lavori, visto lo stato di invivibilità, abbandono e degrado anche sociale presente;
Considerato che,
ci troviamo in una Regione, che trovasi agli ultimi posti per qualità della vita,
che il Comune trovasi in una situazione amministrativa, gestita da tre Commissari antimafia;
che il PRG è stato svariatamente interpretato e gestito dai diversi “Dirigenti” ed altri pro tempore, che hanno contribuito all’assenza delle strutture viarie previste e dei servizi connessi, dando esclusiva attenzione all’edificazione dei singoli lotti, prescindendo, quindi, dalle primordiali strutture primarie e secondarie, insite al PRG medesimo, attuando, secondo me, una illegittima gestione della trasformazione del territorio, denudandolo di quella minima ossatura viaria, la cui presenza, avrebbe, in qualche modo, sostenuto, quale “spina dorsale” l’edificazione, prevista;
Che varie zone del territorio, indicate nel PRG, sono state forzatamente interpretate alla bisogna “liberamente” come ad esempio aver rilasciato C.E. prima ancora che venisse approvato lo stesso PRG, baipassando le stesse prescrizioni regionali, attuate in fase di approvazione (come le zone indicate in cartografia in scala al 10.000) o aver gestito ambiguamente alcune zone, in cartografia, segnate con colori indelebili in fase di approvazione, o come aver rilasciato C.E. senza applicare le norme di salvaguardia; o aver disposto interpretazioni o integrazioni o Varianti con Delibere circolanti in copia in Ufficio, la cui reale e legittima approvazione chiedo venga definitivamente verificata ed allegati agli atti;
Che sembra esistano cartografie con rappresentazioni differenti di varie zone (vedasi Zona B6* (?!), aree adiacenti, definite, per un lungo periodo dall’Ente, come punti <<oscur>> del PRG; ugualmente indicate sulla cartografia, presente in Regione – un tempo visibile su quel sito – o la cartografia utilizzata per riportare il PRG dallo stesso PSA) perciò si rende necessario che il PSA rappresenti fedelmente il PRG realmente approvato;
Che ci si aspettava, da parte dell’U.T. una valutazione postuma, a consuntivo, di quanto il PRG e la gestione ha prodotto in 35 anni, rispetto alle previsioni all’epoca dell’adozione, tale da disporre di una risposta certa, relative alle esattezze previste ed alle illegittimità commesse.
Mi chiedo: siamo nelle condizioni, con il pregresso suddetto, di riuscire ad operare con un sistema di regole facilmente accessibili a sostegno del benessere sociale? Che criterio s’intende adottare per riuscirci?
Visto la sfiga di questo martoriato territorio, la perdita d’identità degli abitanti (fino a 30 anni fa esistevano i luoghi di ritrovo, le piazze, gli usi, costumi, gastronomia, il mare…dignità, ….) ci si auspica che il PSA possa innescare un metodo teso alla collettività, nel rispetto dell’ambiente;
In particolare:
l’altra sera mi è sembrato di capire che non avete intenzione di prendere posizione su zone sorte abusivamente, tipo Fabrizio, in quanto avete riferito che non potete, perchè dovreste verificare le istanze di condono e poi … ciò riguarda la L.47/85. In merito voglio evidenziare che un capitolo della L. 47 riferiva della necessità del recupero urbanistico, mentre ogni Comune ha data attenzione agli introiti di oneri concessori, ICI, tasse sui rifiuti, allacci fognari, ecc, inglobandoli di fatto nell’elenco dei propri incassi. Non possiamo far finta di nulla. Queste realtà hanno consumato suolo e rappresentano un carico urbanistico zonale, fruiscono di servizi pubblici, contribuiscono alla spesa pubblica, ecc. Il Piano non può prescindere da queste presenze, perchè altrimenti il risultato ne sarebbe compromesso, non possiamo bendarci gli occhi e non vedere la realtà, altrimenti i vincitori del Concorso del PSA, che dovrebbero essere liberi di fare urbanistica, commetterebbero ancora errori di obiettiva valutazione. Compirebbero una grave illegittimità non interessandosi di tutto il territorio, come la stessa definizione di PRG vuole (intero Territorio e qualunque siano i problemi) e verrebbero meno anche al loro contratto.
Da alcune tavole del PSA ho rilevato incongruenza nella rappresentazione dello stesso PRG:
1. nell’ indicare le aree previste nel PRG, avete inserito i lotti, senza rappresentare la viabilità prevista dallo stesso piano e ciò farebbe commettere lo stesso errore originario suddetto, relativo all’ossatura riferita sopra;
2. la zona di Schiavonea suddetta, nel PSA viene riportata non bianca, bensì con un indice, che non è presente nel PRG;
3. nella zona di S. Lucia ed altre, alcuni lotti, oggetto d’edificazione o in itinere, sono rappresentati come <<attuati>>, mentre il resto che il PRG indicava, non viene espresso come << non attuato>>, contrariamente ad altre aree non edificate, ma previste nel PRG. Solo dimenticanza? Distrazione?
Il mio si limita ad un invito verso la massima verità, chiarezza, una volta per tutte ed attenzione nel riportare esattamente quanto prevedeva il PRG ed a evitare che lo stesso PSA possa prefigurare una sorta di Condono di aree o edifici, sorti fuori dalle aree indicate dal Piano, anche se forse realizzati con Concessioni, ovviamente, illegittime, ed in questo caso, dovreste prendere provvedimenti, visto la Vs. attenzione nei riguardi delle realtà realizzate abusivamente, sopra trattate.
Arch. Natale Saccoliti