Continue violazioni del diritto alla mobilità oggi in Calabria, ma soprattutto nella Sibaritide, gravano su migliaia di cittadini inermi. Parole vuote e giustificazioni banali e umilianti dall’azienda del gruppo Ferrovie dello Stato, che deliberatamente sceglie di dividere l’Italia e abbandonare il Mezzogiorno ad un destino di miseria e arretratezza.
Scelte scellerate, spesso dettate da interessi economici di privati che con la loro “longa manus”, intervengono per prosciugare risorse pubbliche e condizionare le vite di migliaia di giovani studenti costretti ad assoggettarsi a condizioni di viabilità penose e orari davvero spesso improbabili. Non possiamo più far finta che si possano creare le condizioni di una crescita sociale ed economica del Sud, in assenza di un sistema di trasporto efficace ed efficiente, che garantisca, prioritariamente, il diritto di tutti i cittadini di muoversi sul territorio nazionale con pari opportunità. Sono ormai tanti i segnali, inequivocabili, di abbandono della Calabria da parte del Governo Centrale. Così come con evidenza, si palesa un totale disinteresse degli organismi regionali per quella che è diventata ormai la Piana dimenticata. Dimenticanze e decisioni scellerate che ostacolano, in un momento per altro difficile, le potenzialità di sviluppo della nostra regione. Per questo abbiamo partecipato come circolo SEL di Corigliano alla manifestazione dal titolo emblematico “LA PRESA DEL TRENO PERDUTO”, organizzata da diverse associazioni e movimenti (Terra e Popolo; Le Lampare del Bassoionio; Rete in Difesa del Territorio-Franco Nisticò; Collettivo Aula P2occupata; Ateneo Controverso e tanti altri) al fine di presidiare per quattro ore la stazione ferroviaria di Sibari in difesa della dignità ed il futuro del nostro territorio. La grandissima conquista di questa giornata sta nella volontà di continuare un percorso unitario, civile ma determinato, tra istituzioni e società civile per interrompere l’isolamento e l’abbandono della nostra terra, dando inizio ad una stagione di studio, di lotta, di proposte concrete e sostenibili al fine di far fiorire le immense risorse di questa piana, stuprata, umiliata e per troppo tempo ormai, abbandonata.