Troppo valgono per il nostro futuro le elezioni del 24 e 25 febbraio. E non è vero che tutti i partiti sono uguali. È vero, invece, che l’Italia è davanti a un bivio e la possibilità di imboccare la strada della catastrofe non è del tutto scongiurata. Serve una nuova stagione, un governo di cambiamento.
Le continue e reiterate mistificazioni della magistratura da parte dell’improponibile Berlusconi sono sì deleterie, ma non gravi come il silenzio, e anzi, il tacito consenso con cui il PDL locale, regionale e nazionale ha permesso la chiusura del nostro tribunale di Rossano, favorendo volontariamente, la sede di Paola, difesa ad oltranza dalla più scaltra e potente Jole Santelli. Al contrario c’è un altro partito e un’altra coalizione in questo paese, che di giustizia ne parla, che la costituzione la difende, che i magistrati li rispetta e che si impegna per non far chiudere i tribunali in territori delicati, come il nostro costretto nella morsa della mafia. Infatti, il Partito Democratico nel suo programma recita: “E’ necessario che il nuovo Governo adotti un decreto legislativo in materia di Giustizia, con particolare riferimento alla situazione infrastrutturale e alla presenza di criminalità organizzata, nonché ad escludere, comunque, dall’elenco degli uffici di Tribunale e di Procura della Repubblica soppressi quelli di Pinerolo, Bassano del Grappa, Chiavari, Lucera, Rossano Calabro e Urbino al fine di evitare i più rilevanti rischi di violazione dell’art. 66 della Costituzione.”
Impegni chiari, per chi fa della chiarezza politica un modo di essere. Oggi è necessaria la partecipazione di tutti, una spinta inclusiva attorno a un progetto, ad una rinascita istituzionale. Questa è la condizione di una nuova stagione, in cui si possa ristabilire il confine tra i poteri e la loro necessaria collaborazione.
Non è più possibile questa attività di meretricio politico, il nostro territorio non è più terra di nessuno ove si coglie e mai si semina. Oggi è tempo di semina. La politica locale si deve fare promotrice di questo riscatto ed essere capace di farsi sentire fino a Roma e Bruxelles, devono finire i tempi di Dima e Scopelliti bravi a ruggire in Calabria e miagolare a Roma. Il poco onorevole ex ministro Alfano pensa di infinocchiarci ancora? Sarà pronto ad ammettere le sue pesanti responsabilità sullo sfascio della nostra giustizia e sulla chiusura del nostro tribunale?
Corruzione, tangenti, favori, raccomandazioni non possono più essere l’agenda politica del governo nazionale, calabrese e coriglianese. Responsabilità del cambiamento significa anche progettare con la chiara volontà di migliorare. La politica deve fare il primo passo per stabilire un sistema di corretti e non di corrotti: fissare regole, rispettare regole, insegnare la bellezza delle regole. Ma anche prevenire. L’attività di prevenzione degli illeciti e di educazione del cittadino, corroborati dalla cristallina coscienza dei politici, dovrebbe essere il punto fermo di qualsiasi programma politico. Sicuramente è il punto fermo del PD. Non sarà mai la magistratura da sola a soddisfare il bisogno di giustizia di una comunità.
Pertanto non votare per il Partito Democratico e per Bersani, il prossimo 24 e 25 febbraio, sarebbe un danno per il presente e l’apocalisse per il futuro.
Corigliano Calabro, 17 febbraio 2013 Antonio Leonetti