Se c’è una legge che in Italia ha ben funzionato, nonostante qualche coglione non ne abbia mai capito le potenzialità, è quella sull’elezione diretta dei sindaci. Perché per la prima volta, in questo paese, una legge ha cancellato i vecchi schemi della politica, quelli ingessati in una destra e in una sinistra ormai datate, per introdurre il concetto più moderno di leadership, che di fatto ha focalizzato l’attenzione della gente non più sui partiti ma sul nome del candidato a sindaco.
Tanto che partiti e movimenti, soprattutto cittadini, sono diventati scatole vuote, riempite solo dal nome del leader e null’altro, anche se poi, e questo è forse l’unico neo della faccenda, a nulla serve ragionare sui programmi o sulle proposte perché è solo un resto. Pensate un po’ alla nostra città. Che cosa significano, ad esempio, “Nuove proposte” e “Area democratica”? Niente. Se non fosse che sotto quelle insegne, citate a caso, campeggia il nome del candidato a sindaco: Giovanni Leonino. Dunque, riepilogando: tutto è meno importante del nome del leader.