Arrivati a conclusione del percorso formativo nella scuola secondaria di I° grado “Vincenzo Tieri” stiamo riflettendo su tutto quello che la scuola finora ci ha dato e, in vista della futura scelta, parliamo spesso delle consapevolezze maturate e dell’importanza dello studio e della conoscenza.
In questa scuola abbiamo fatto tante esperienze che ci hanno aiutato a crescere come alunni ma soprattutto come persone, ci hanno fatto capire quali sono le cose importanti e le strade da percorrere.
Oggi vogliamo condividere le nostre riflessioni con voi e con i futuri alunni di questa scuola ai quali lasceremo il testimone.
La scuola richiede sicuramente impegno, molto impegno, ma questo è supportato dalla convinzione che certamente noi non studiamo per i professori o per i genitori, ma studiamo per noi stessi, per essere felici e per avere un futuro.
Il corpo si nutre di cibo, ma l’anima si nutre di aspirazioni. Tutti noi abbiamo dei sogni che non realizziamo certamente stando sul divano, ma impegnandoci nello studio. Infatti non dobbiamo studiare per fare un favore a qualcuno, ma dobbiamo studiare per noi stessi. Questo aforisma dovrebbe essere scritto in tutte le scuole e dice: “Di imparare non si finisce mai. E quel che non si sa, è sempre più importante di quel che già si sa.” E’ di Gianni Rodari, uno che di bambini se ne intende!
Un’altra riflessione che lascia senza parole è: “Se sai sei, se non sai sei in balia degli altri.” Lo dice, e fa bene, Mario Capanna, ci insegna che nella vita è meglio farsele da sé le cose perché gli altri non sempre ci sono, non sempre sono onesti.
Non potevamo non citare Dante Alighieri, il padre della lingua italiana, il poeta che ha trasformato il fiorentino da dialetto a lingua di un popolo. Dice: “ Fatti non foste per vivere come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza.”
Tradotto: gli animali si accontentano di mangiare e dormire, noi dobbiamo nutrire la nostra mente con il sapere. Senza non si può essere felici.
I GRANDI della storia, della letteratura, della scienza, ecc. devono essere i nostri esempi, i fari da seguire. Tra questi il Premio Nobel Rita Levi Montalcini, scomparsa di recente, lei riconosceva un ruolo di primissimo piano all’istruzione e all’insieme dei processi educativi.
L’importanza che voleva dare all’istruzione emergeva frequentemente dai suoi moltissimi riferimenti personali Rita Levi Montalcini faceva seriamente il discorso che se lei era arrivata tanto in là con l’abnegazione, la passione, la forza della determinazione, tutti possono farcela perché non riconosceva a sé stessa altro che queste qualità di carattere; poi, incalzata, ammetteva che tali sue qualità (e un occhio d’aquila nell’indagine scientifica) le avevano permesso di sfruttare un colpo di fortuna, quello che passa mille volte sotto gli occhi al ricercatore disattento, ma che non era sfuggito a lei, che con primordiali mezzi fece le ricerche che l’hanno portata alla scoperta dell’NGF.
L’istruzione e la conoscenza al centro dell’azione umana, erano per lei non petizioni di principio, ma prima di tutto modo di essere: talvolta si lamentava di essere poco competente in matematica perché quelle conoscenze le avrebbero permesso di capire meglio le cose che stava studiando!
Un esempio ineguagliato del modo giusto di imparare, sempre, comunque, e in qualunque condizione.
Classe 3°B