La chiarezza e la responsabilità: penso siano i 2 principi cardine di chi si appresta a fare politica attivamente. E in virtù del mio personale impegno, nato qualche anno fa in un partito di centro-sinistra poi confluito nel PD, penso che sia doveroso da parte mia mostrare chiarezza e responsabilità in merito alla nota stampa a firma Giovani Democratici, pubblicata sul blog in data 29/01/2013. Ancora più doveroso per il ruolo di segretario che occupo nella giovanile del Partito Democratico.
Premesso questo, però, è un mio obbligo morale chiarire che non trovo disdicevole che una componente del gruppo, seppur sparuta, decida di esternare le proprie idee in merito ad un modo di fare politica che dovrebbe essere portatore di rinnovamento culturale. Se essendo segretario di una giovanile impedissi ai membri del movimento di cui faccio parte o a una probabile minoranza di discutere, anche pubblicamente, di un loro ideale di politica, sarei antidemocratico e, probabilmente, anche dittatoriale. E dal momento che non mi è propria questa concezione di “partito politico”, credo sia giusto che ognuno, come lo fanno i liberi cittadini non iscritti ad alcun partito, possa esprimere le proprie opinioni. Tanto più se certe lezioni arrivano dai critici commentatori dell’ultimo minuto che si arrogano il diritto di accusare di ipocrisia, quando l’ipocrisia sta nel migrare a proprio piacimento da un partito all’altro o da un movimento civico all’altro. Come se bastasse cambiare bandiera o fondare un nuovo movimento ogni 2-3 anni per presentarsi come il nuovo. Sia chiaro, non mi limito a guardare la pagliuzza negli occhi degli altri. Sono pienamente consapevole che nel mio partito ci siano non una, ma tante travi nell’occhio! Dalla mia parte, e questo mi venga concesso, sta finanche la coerenza: coerenza nell’essere fedele ad un ideale politico, per quanto oggi nei partiti di ideale sia rimasto ben poco! Sicuramente tra i tanti difetti della nostra generazione, e io ne sono l’esempio, risalta l’inesperienza amministrativa. Proprio quella che per noi, diversamente da quanti altri immaginano, è quasi motivo di vanto: abbiamo assistito negli ultimi 20-30 anni ad un disfacimento totale e generale della politica a Corigliano; abbiamo visto la nostra città andare INDIETRO e regredire, mentre realtà vicine alla nostra si evolvevano e miglioravano dal punto di vista urbanistico, ambientale, commerciale, paesaggistico, culturale e tanti altri aspetti. Ci sia permesso mostrare un po’ di dissenso se ci viene ripresentato un modo (e parlo di modo, non di persone) di fare politica che dovrebbe ritenersi ormai superato!
Detto questo, in modo da chiarire una volta per tutte, ci tengo a ribadire che l’avanzata candidatura del Prof. Leonino, al quale va la mia stima in quanto persona degna di tale, è legittima nella proposta. Non lo sarà nei modi, considerando le intese che erano state raggiunte da partiti e movimenti in merito alle tappe che la coalizione doveva seguire. Ma non è di certo la figura del Prof. Leonino che deve pagare lo scotto dell’affrettata grossolanità. Tutti conosciamo benissimo l’impegno che Leonino ha profuso negli anni, anche una volta abbandonato il suo ruolo di amministratore, come docente e come cittadino coriglianese. Tanto più che, trattandosi di elezioni primarie è giusto e doveroso che ognuno possa aspirare a concorrere all’elezione a sindaco dal momento che si tratta, e che questo non si perda di vista, di un’opportunità fortemente democratica che i coriglianesi hanno per scegliere chi potrà essere l’aspirante primo cittadino. E dal momento che il messaggio che sembra passare dall’articolo inviato al blog e alla stampa sia un attacco nei confronti del Prof. Leonino, è mio dovere dissociarmi pubblicamente da quanto espresso nell’articolo citato prima. Lo faccio per una questione di coerenza e di dignità prima politica e poi personale. Prima politica, perché nel momento in cui ho deciso di metterci la faccia entrando in un partito politico, mi sono assunto la responsabilità di provare a migliorare, dopo aver imparato a farlo, la condizione della mia città e dei miei concittadini. Questo dovrebbe essere il leit motiv di chi fa politica: non gli interessi personali, non la propria coscienza, non i ruoli e i titoli, non aspirare a cariche istituzionali per assicurarsi vitalizi e stipendi d’oro; e dal momento che non sono gli interessi personali a spingermi, che non è la mia coscienza personale ma la coscienza del territorio, che non aspiro a diventare onorevole o senatore né che ci sia bisogno di essere segretario o altro per impegnarmi nel partito, mi assumo pubblicamente le mie responsabilità di dissentire dall’articolo pubblicato in data 29/01/2013 a firma dei Giovani Democratici e ritengo, qualora la linea maggioritaria del gruppo sia in disaccordo con quanto da me dichiarato, di rassegnare immediatamente le dimissioni da segretario dei Giovani Democratici.
Giorgio Tempestoso