La vicenda del sig. Lombisani, senza esprimere alcun giudizio nel merito, ha aperto una discussione nella città sù una delle questioni più spinose ed importanti della nostra comunità: l’abusivismo edilizio e, di riflesso, quello contributivo.
Partiamo da un dato acclarato: nell’intero territorio comunale esiste una larga parte di costruzioni abusive ed, in misura ancora maggiore, un’elusione delle spettanze comunali (oneri di urbanizzazione, acqua, Tarsu) che costituiscono la prima voce nel bilancio comunale, o meglio, costituiscono la prima voce mancante.
Questo, inutile discuterne, rappresenta un danno all’intera collettività, sia perchè vengono meno risorse per fornire servizi, sia perchè si è, nel tempo, dato un aspetto confuso e disordinato alla nostra città. Diamo anche per assodato che, nelle intenzioni del centrosinistra coriglianese, vi è la necessità di porre un freno all’espansione edilizia, spesso non necessaria, in favore di un recupero dell’esistente.
Quindi, secondo noi, la città e la politica cittadina, sono d’innanzi ad una scelta: come s’intende procedere per quanto riguarda l’abusivismo esistente?
Lungi dal voler fare del “casus” Lombisani un esempio, non ci sembra proprio il caso, va detto che necessariamente dalla sua vicenda si deve partire, considerandola quasi il punto di non ritorno.
Quando lui afferma che, non negando le sue colpe, non è l’unico abusivo della città, dice il vero; allo stesso modo quindi ci pone di fronte ad una scelta: se si è duri ed irremovibili nei suoi confronti poi, di conseguenza, bisognerà attuare una severa e radicale politica di demolizioni per tutti gli abusivi del territorio comunale. E’ proprio questo il nodo dell’intera vicenda: perchè solo un singolo caso deve essere colpito? Se si sceglie di essere ligi alla legge, se si sceglie di far valere le ragioni di un rigore normativo che non ammette più deroghe, sia chiaro che questo deve essere portato avanti per tutti gli altri casi. Questo naturalmente apre uno scenario in cui, probabilmente, oltre 3000 abitazioni rischiano di fare la stessa fine. Abitazioni di povera gente e di benestanti, di operai e professionisti che si troveranno a dover fare i conti con una scelta che non può fare differenze…perchè Lombisani farà “giurisprudenza”. La prima conseguenza sarà quindi il prevedere una tendopoli per Corigliano…visto che a 3 mila demolizioni dovrebbero far seguito almeno 5000 mila “profughi”.
Alternativa a questa “intransigenza” potrebbe essere, dopo aver creato una mappa degli abusi esistenti, scegliere di sanare le situazioni che non presentano criticità tali da non poterlo permettere (ecomostri, costruzioni in zone pericolose ecc.). Da un lato ci sarebbe un ritorno economico non indifferente per le casse comunali, dall’altro si potrebbe mettere in moto un risanamento ambientale di tutta la città, intervenendo anche sugli allacci abusivi alla rete fognaria, altro dramma ecologico della nostra città. Il recupero di questi tributi, da troppo tempo posti in essere nei bilanci ma mai realmente riscossi, permetterebbe di ridare linfa vitale all’amministrazione civica, garantendo servizi anche a quella larga fascia di contribuenti che si è sempre comportata a norme di legge.
Semplificando si tratta di scegliere se si deve applicare un rigore normativo che non preveda ne eccezioni ne deroghe, colpendo tutti gli abusi oppure scegliere di ragionare su una sanatoria dell’esistente, riscuotendo tributi mai pagati, regolarizzando tutto ciò che incide sul territorio in modo da dare ossigeno al bilancio del comune. Vanno bene entrambe le soluzioni, l’importante è che non ci si fermi al solo “casus” Lombisani ovvero che si permetta ancora, per il futuro, quello che, per compiacenze politiche, per mancanza di controlli, si è permesso fino ad ora.
Riordinare la mappa dei tributi della nostra città, arrivare alla chiusura dei contenziosi aperti da anni, riuscire a riscuotere il denaro che da anni manca alle casse comunali, avere una precisa situazione degli utenti che pagano o non pagano rifiuti e canone idrico, è un punto nodale per qualunque amministrazione siederà all’Ariella da giugno prossimo venturo; una volta chiarito il passato, una volta deciso il modus operandi, si potrà e dovrà vigilare e controllare che nessuno eluda più la legge.
Se si dovesse invece scegliere di far prevalere la legge, in questo caso simile a quella biblica del taglione, lo si faccia però fino in fondo e senza pavidi distinguo in memoria del principio che “la legge è uguale per tutti”, si vada a controllare tutte le costruzioni sorte su terreni agricoli, si vada a controllare i palazzoni sorti in una notte, si vada a controllare la corrispondenza tra utenze Enel e abitazioni, si facciano pagare ai tanti insediamenti commerciali nella zona industriale quello che fino ad ora non hanno pagato, si faccia, fino in fondo, rispettare a tutti quella legge che sino ad ora è stata rispettata da molti ma no da tutti.
SEL Corigliano