Dovendo rettificare la pratica della mia assicurazione la Compagnia mi richiede lo Stato di famiglia. Mi reco all’Ufficio Anagrafe, da poco trasferito in Piazza del Popolo nel Palazzo Bianchi alle ore 8.30, e mi imbatto in stanze stracolme di carte, fascicoli, scrivanie, sedie, cartoni pieni di documenti, computers, stampanti e… chi più ne ha più ne metta. Vado allo sportello ove rinvengo il buon Riccardo Amatore al quale rivolgo la richiesta. Riccardo mi risponde che non è possibile evadere la richiesta perché i computers sono fuori uso per guasti al server.
Infatti trovo, in quella enorme confusione, alcuni tecnici che stanno approntando il tutto. Mi rivolgo a Peppino Mezzotero, uno dei Responsabili dell’Ufficio il quale, rammaricato, mi fa visionare le altre stanze che, al pari delle altre, soggiacciono alla stessa sorte. Peppino Risafi, intervenendo alle mie rimostranze, mi suggerisce di andare agli Uffici dello Scalo. Attesa la mia urgenza di ottenere la certificazione mi reco al Palazzo “Zagara” allo Scalo ma… anche qui il servizio è interrotto.
Alle ore 12.00, sperando di trovare la situazione migliorata, mi reco, nuovamente, in Piazza del Popolo. Qui trovo i poveri dipendenti allogati in condizioni deplorevoli e indecorose, alcuni dei quali, addirittura, facevano opera di facchinaggio trasportando carte, cartoni, imballi, ecc…, da una stanza all’altra tentando una adeguata sistemazione. Ribadisco, insistendo, la mia richiesta ma mi si risponde che, ancora, l’impianto non è in funzione. Il personale, allora, comprendendo la mia urgenza, si appresta a tentare di risolvere il problema. Peppino Mezzotero fa da tecnico, sistemando un computer, l’altro dipendente provvede ai collegamenti, un altro ancora a trovare la carta… Questo fino alle 12.30 quando, finalmente, il documento da me richiesto viene stampato.
Attendendo, il mio pensiero è andato a quanti, utenti e necessitanti di certificati e documenti, si sono rivolti, in questi giorni, all’Ufficio e si siano sentiti rispondere che non era possibile evadere le richieste per motivi tecnici e logistici che, per come detto, sussistono veramente.
E pensavo: come faranno questi poveri dipendenti a lavorare in queste condizioni tra tanti cittadini bisognosi di risposte e certificati? Come si potrà rispondere, debitamente, all’utenza e ad adempiere agli adempimenti con una campagna elettorale in corso e con tutte le incombenze ad essa connesse?
La situazione, quindi, appare paradossale.
Perché, allora, signori eccellentissimi Commissari Straordinari, avete disposto il trasferimento degli Uffici in maniera così repentina?
Per risparmio ed economia, mi si risponderà!
Ma quale risparmio potrà esserci se:
1. nei locali disdetti ancora permangono gli archivi dell’Anagrafe, dello Stato Civile, dell’Ufficio Leva, ecc…e, quindi, i proprietari non sono stati rimessi nel loro possesso?
2. il trasferimento attuato è senza alcuna logica atteso che, una volta effettuato, gli Uffici dovevano funzionare correttamente e dare i servizi all’utenza?
Mi è stato detto che la situazione rappresentata dura dal primo giorno. Ergo! La cittadinanza non ha goduto dei servizi loro spettanti.
E non credo che io sia stato il solo a prendere atto di ciò per cui mi meraviglia che nessuno dei “politici” o rappresentanti di movimenti non si sia reso conto dello scempio in cui versano gli Uffici di Corigliano Centro.
Attendo risposta (credo e sono sicuro, che non ci sarà).
Ma ho già intenzione di portare a conoscenza tutto ciò che ho visto e verificato alla Procura della Repubblica di Rossano perché ritengo sussistano tutti i presupposti per ritenere configurabili il grave reato di interruzione di pubblico servizio e altre condotte penalmente rilevanti.
Avv. Francesco Paolo Oranges