Show di Gattuso in sala stampa (fonte: quicosenza.it)
COSENZA – Vince la solidarietà, festa per Gattuso. Quando scende in campo la beneficienza, la città di Cosenza risponde sempre presente. Ieri sera, infatti, sono stati più di duemila, gli spettatori che hanno occupato gli spalti del San Vito, per assistere all’amichevole di lusso tra il Sion di “Ringhio” e il Cosenza.
Un pò il giorno feriale, un pò l’orario, non hanno permesso al pubblico di essere più numeroso. Ma i presenti non hanno fatto mancare il loro sostegno all’iniziativa. I punti raccolta fondi per Mormanno, sono stati presi d’assalto, segno evidente che, anche in tempi di crisi, il cuore dei cosentini, batte per chi è in difficoltà. Festa sugli spalti, ma anche in campo, con prolungate ovazioni per Gennaro “Ringhio” Gattuso. Sono stati tanti, infatti, i giocatori del Cosenza, soprattutto gli under, che si sono fatti immortalare con l’ex metronomo del centrocampo milanista, chiedendogli consigli e strappandogli autografi. Il campo, ha detto che il Sion, squadra ben organizzata, militante nella serie A del campionato elvetico, ha violato il San Vito, per 2-1. Ma per avere ragione dei Lupi, Gattuso e soci hanno dovuto, sudare le proverbiali “sette” … magliette. Il Cosenza, ripresentato in formazione riveduta e corretta da mister Gianluca Gagliardi, sin dal fischio d’inizio, ha premuto forte sull’acceleratore, mettendo sovente in difficoltà la retroguardia avversaria. Minuti dopo minuti, con un gioco arioso, caratterizzato da trame spumeggianti e eleganti ed efficaci ripartenze di prima, il Cosenza ha dimostrato di voler, anche se era un’amichevole, dimostrare di avere fame di vittoria e, voler convincere i suoi tifosi che la debacle di Noto, è stata, almeno mentalmente, archiviata. L’amichevole, ha permesso al perfezionista della pedata silana, di lanciare in campo, quei tanti giocatori che, tra infortuni, squalifiche e scelte tecniche, non sempre hanno giocato sin dall’inizio. Tra i pali ha debuttato il dodicesimo Perri. Il giovane pipelet rossoblù ha dimostrato di avere stoffa, facendosi apprezzare per strepitosi interventi plastici, con i quali, in più di una circostanza, ha strozzato l’urlo della marcatura in gola, alla prima linea elvetica. Il gol del vantaggio silano, è stato frutto, non solo di un’invenzione dell’attaccante Le Piane, ma anche di un gioco corale di squadra. Il valzer dei cambi e la freschezza atletica di alcuni giocatori del Sion, ha fatto sì che, gli elvetici, dopo essersi organizzati, hanno conquistato metri e metri di campo, finendo per prendere le redini della zona nevralgica in mezzo al campo. Il resto l’ha fatto Gattuso, che ha deliziato il popolo del San Vito con tocchi di classe e invenzioni millimetriche che i suoi compagni in avanti non hanno avuto difficoltà a piazzare in fondo al sacco. Nonostante la sconfitta, però, mister Gagliardi, come al solito, smanioso in panchina, ha avuto modo di vedere meglio la sua squadra, studiando valide alternative sotto l’aspetto tecnico-tattico. Gagliardi, di poche parole, come al solito ha fatto molta pretattica, non dando a tifosi e cronisti spunti interessanti per abbozzare l’ipotetico undici che il mister silano, avrà intenzione di mandare in campo domenica contro l’Agropoli. Ma ritornando alla partita amichevole, Gattuso ha dato spettacolo in campo e anche nel dopo partita. Ironico, combattivo, determinato, il “mastino” coriglianese ha deliziato il dopo partita, con un autentico show. Rigorosamente andato in scena in dialetto. “Cumu mi signu divirtutu stasira. E’ stato bello – ha proseguito – tra i sorrisi generali – giocare e sentire in campo il mio dialetto caro. Ringrazio la Calabria per l’accoglienza. Non avevo alcun dubbio che sarebbe stato così. Certo chiudere il nostro periodo di allenamento in Calabria e farlo con una partita a Cosenza, con una partita organizzata in nome della solidarietà e della vicinanza alla popolazione di Mormanno e alla quale va tutto il mio più affettuoso abbraccio, non poteva non farmi piacere”. Il calcio svizzero. “Ma è un’altra mentalità, c’è meno pressione, ma c’è ugualmente tanta passione. Dopo il mio problema all’occhio, nonostante il Milan mi avesse chiesto di restare e m’aveva promesso di aspettarmi, ho preferito mettermi in discussione e andare a cercare stimoli altrove. Il progetto del Sion m’ha convinto. E ho accettato. ma il mio pensiero è legato all’Italia. E alla Calabria”. Il discorso poi scivola sul momento del calcio calabrese. “Come calabrese come addetto ai lavori, mi auguro di vedere le formazioni di casa nostra sempre ai primi posti. Certo vedere il Cosenza in serie D, è una ferita al cuore. Il Cosenza, per la sua storia, per la sua gente, per i suoi tifosi, per quello che ha rappresentato per il calcio che conta, non merita di stare in queste categoria anonima. I Lupi sono da serie B”. E scatta l’ovazione. Qualcuno, tra tifosi e giocatori, lancia un’idea a Gattuso. “Prenditi tu il Cosenza”. Ringhio, per un attimo riflette e abbozza un sorriso. “E chini c’u dicia a mugghierma”. Le luci del San Vito, si spengono, gli spettatori defluiscono, la sala stampa si svuota. Resta “Ringhio”, che continua a firmare autografi e a farsi foto insieme ai suoi fans. Grazie Rino, orgoglio di Calabria.