Maggio 2011- gennaio 2013. Sono 21 mesi che il reparto di neurologia dell’ospedale di Corigliano non accetta più ricoveri, o per meglio dire, questo reparto è chiuso. In quasi due anni non sono mancate le polemiche, gli incontri, le promesse, le giuste lamentele dei cittadini-utenti che non hanno più un punto di riferimento per i ricoveri, salvo andare, se ci sono posti, all’ospedale dell’Annunziata di Cosenza, il primo ospedale più vicino.
Eppure attorno a questa vicenda ci hanno rimesso la faccia un po’ tutti: amministratori regionali, direttore generale Scarpelli, direttore sanitario e rappresentanti politici del territorio. Questi ultimi buoni a convocare conferenze stampa, presentare al loro fianco illustri camici bianchi i quali promettevano che entro dicembre scorso il reparto sarebbe stato riaperto, nonostante il direttore Scarpelli avesse preso formale impegno con i sindacati che neurologia avrebbe ripreso i ricoveri nel marzo del 2012. Solo parole, vuoti proclami, tentativi di zittire chi ha messo più volte il dito nella piaga. E’ chiaro che neurologia è solo la punta di un iceberg ben più grande, perché come sottolineavano alcuni sindacati nei giorni scorsi il “Guido Compagna” di Corigliano è in agonia con il beneplacito di quei politici che pure avevano assunto impegni ben precisi nei confronti dei coriglianesi e del territorio. “Prevalgono scelte aziendalistiche ed economiche – ci dice il parente di un paziente neurologico di Rossano – piuttosto che la tutela della salute dei cittadini-contribuenti. Giovedì mattina, a seguito di consulenza neurologia richiesta dal pronto soccorso di Rossano, un nostro congiunto si è recato a Corigliano, qui ha trovato un reparto spettrale, abbandonato, con camerate attrezzate e rimesse a nuovo. Mi è venuto il magone nel vedere tanto spreco, in spregio alla dignità dei cittadini, ebbene solo grazie alla disponibilità del primario Gallo e dei suoi collaboratori la situazione è accettabile”. Ma accanto a ciò abbiamo raccolto il grido d’allarme di due malati del morbo di Alzahimer: “Fino ad oggi – ci dice Isabella – riesco a curarmi in ambulatorio, ma se la malattia va avanti ed ho bisogno del ricovero dove andrò a finire, tenuto conto che i posti letto di neurologia in provincia di Cosenza attualmente operativi sono una ventina ? Possibile che non si possa riaprire Corigliano ? Ma quale considerazione hanno di noi coloro che devono decidere in merito ?” A Isabella fa eco Fabio, altro paziente neurologico: “Tutto ciò è assurdo. Da quasi due anni è chiuso l’unico reparto dell’intera provincia di Cosenza è tutto passa per normale. Ma chiedo al direttore Scarpelli è normale tutto ciò, dopo che si sono chiusi gli ospedali di Trebisacce e Cariati ?”. Ma il dire di Fabio va oltre: “Chiedo che si faccia chiarezza su tutto ciò. Mi rivolgo alla commissione d’accesso attualmente presente presso l’Asp di Cosenza. Controllate gli atti, verificate il perché avviene tutto ciò. Così come mi auguro che di tutte le manchevolezze operate nei confronti dell’ospedale di Corigliano si occupi anche la Direzione distrettuale antimafia. E’ ora di fare chiarezza”.
Giacinto De Pasquale