Continuiamo a raccogliere “ attese d’eccezione” ,
ma noi pazienti rimaniamo soli di fronte a campi di forza che non comprendiamo mai..!!!
La guardiamo a lungo questa attesa…… che ci è diventata convinzione …; e , poi, comincia a lacrimare perché la nostalgia brucia questa volontà….
E come dice re Artù : « Noi siamo tutti fratelli e combatteremo per tutti quelli che hanno bisogno di aiuto… ; saremo gentili con i deboli, ma spietati con i malvagi…».
Ma qual è il mistero che mi impone, ancora, a credere in questa attesa d’eccezione che fa di tutto per sopravvivere..??!
E’ una domanda alla quale non riesco a dare risposta, e che, nel mio profondo, mi auguro non riesca mai a farlo…
Perché non lo voglio fare..!!
Perché tra le pareti di quel reparto c’è la mia vita, quella vita curvata che ha raddrizzato la mia crescita….
Giriamo la manovella di un carillon…, ma manca un pezzo, nascosto nell’albero maestro di una casa di legno di pino, quella casa racchiusa in ognuno di noi.:. ecco è un foglio di mappa… , per romanzare la vicenda…, dove occorre interpretare iniziali di parole fatte per sognare.. e istogrammi per ideare : “ la realtà è una illusione…troppo persistente”…!!!
E allora che strana bestia è il reparto di neurologia dell’ospedale civile di Corigliano Calabro, in provincia di Cosenza ..
L’abbiamo allevato tutti noi.. e adesso siamo tutti in un filo spinato ..e se ci muoviamo , tutti, ma proprio tutti.., ci facciamo male….
L’abbiamo addestrato e curato.., per metterlo all’asta…??!!!
La portata esistenziale di un reparto , che da voce a mente e cuore.., propone una sua lettura etica e civile…; ed io , ancora, credo nel più potente mezzo di azione che sono i pensieri che provengono dal cuore…
In una stagione cupa e destabilizzante emotivamente , da cui non possiamo uscire isolandoci nell’egoismo e nell’individualismo, chiedo da paziente di cambiare il metodo, non l’obiettivo…, di “ pronunciare” un dialogo, un confronto come possibilità di scambio…, intendendosi…!!!
Comunicare e metterci a disposizione l’uno dell’altro, prendendo coscienza di tutti i diversi aspetti dei conflitti…, poiché è importante che prima e dopo ci sia l’attesa di una collettiva “aspettativa d’eccezione”….
Come giovane insegnante di adolescenti diversamente abili , sono diversamente motivata perché voglio continuare ad esprimere e ad esplicare le funzioni vitali con la mia
“Silenziosa Monelleria” ribelle e bizzarra , proprio come tutti gli studenti adolescenti.., verso una realtà che è troppo stretta per condividere apertamente.. sentimenti come la paura, il dolore, l’ansia.., la solidarietà, il sorriso, l’amicizia…
La mia testimonianza condivisa è il più piccolo dei nostri gesti tesi al bene e sottesi dal tempo silenzioso e da uno spazio .. di coraggio di credere , che occorre “ curare ” il reparto meglio che possiamo e “liberarlo”…, proprio come avveniva per i piccioni francesi, durante la prima guerra mondiale…
Addestrati.., venivano liberati al fronte per poi ritornare a casa.. Volavano sul dolore, sulla sofferenza, sopra la guerra.., ma guardavano avanti.., o a casa non sarebbero mai arrivati…!!!
Isabella Cosentino