In questi giorni stanno arrivando gli accertamenti ICI per gli anni 2006 e 2007 con raccomandate che risultano spedite da Bari il 3 gennaio 2013 . A parte i problemi della prescrizione (che è di cinque anni), gli accertamenti Ici sarebbero stati fatti da una certa società che si chiamerebbe SIT SERVICE (o qualcosa di simile) di Rizziconi, che avrebbe vinto la gara d’appalto.
I controlli certamente sono stati fatti incrociando i dati dell’anagrafe con il catasto: la cosa ci può stare tranquillamente; quello che, invece, non può assolutamente starci è che nel controllo non è stata considerata la prima casa, nel senso che, in presenza di più immobili in capo al contribuente – uno dei quali certamente è la prima casa (tranne che il contribuente stesso non abbia deciso di vivere deliberatamente sotto i ponti o in una roulotte)- nell’accertamento quell’immobile che risulta dichiarato come prima casa e che godeva dell’aliquota minore e della riduzione di 103 euro (e risultante dagli accertamenti degli anni precedenti) – non esiste più.
La conseguenza è che, con la maggiore somma accertata, a cascata, sono richiesta sanzioni, interessi, aggi e somme varie..
Non avendo nulla da fare come ogni cittadino… con santa pazienza mi sono recato negli uffici della SOGET e dopo l’attesa di un’ora (c’è ovviamente sempre gente in questi uffici… segno dei tempi…) faccio presente che l’accertamento è sbagliato perché in esso la prima casa non c’è più e che, quindi, deve esser corretto. I funzionari della SOGET, peraltro gentilissimi e disponibili, altro non possono dire se non di ritornare il giorno in cui vengono gli scienziati (questa è una mia definizione) che hanno fatto gli accertamenti ai quali si farà presente quest’errore con un’apposita richiesta e, dopo dieci giorni, daranno una risposta positiva… se il contribuente ha ragione.
Quest’attività comporta perdita di tempo sottratto al lavoro, oltre ad altre reazioni…..
Mi chiedo: ma l’accertamento fatto dalla SIT SERVICE con il software non era in grado di prevedere che un immobile del contribuente potesse rappresentare la prima abitazione???? E che godeva della riduzione?? E non poteva controllare i dati degli anni precedenti dai quali emergeva questo incontestabile dato sin dal’istituzione dell’ICI (1992)????
Invece no: si getta l’esca o la rete (tanto a questi soggetti, peraltro pagati presumibilmente anche a percentuale sull’accertato, non interessa nulla, né tantomeno che il cittadino debba perdere tempo per chiarire questi errori) per vedere quanti contribuenti abboccano o restano impigliati. Se qualcuno, poi, non riesce a districarsi dalla rete o sottrarsi all’amo, per lui si aprono le porte infernali delle cartelle esattoriali, delle ganasce fiscali e della decuplicazione degli importi dovuti ….Secondo la logica imperante: il cittadino deve provare che non è evasore, che paga le tasse. La burocrazia (che è fatta di persone con nome e cognome) non si pone il problema dei disagi del cittadino; anzi, per come dice Camilleri, se ne strakatafotte…
Per quanto mi riguarda reputo già abbondante l’ora utilizzata presso la SOGET , non avendo alcuna intenzione di fare la trafila degli incontri : farò un bel ricorso alla Commissione Tributaria di Cosenza e risolvo il problema (come è accaduto in passato in situazioni più o meno analoghe).
Però, mi chiedo: è possibile che ogni cittadino debba esser sottoposto a simili vessazioni??non bastava istruire il software (cioè le persone che lo manovrano) e spiegare loro che per l’ICI la prima casa godeva dei benefici; oppure chiedere al Comune i dati precedenti?
No! Troppo difficile: meglio vessare il cittadino… fino a quando non si inkazza…..